"La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico.
La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare".
Piero Calamandrei

sabato 28 febbraio 2015

I Cittadini di Menfi scrivono al Papa e al Presidente della Repubblica "MENFI CITTA’ DELL’ACQUA PUBBLICA"



Dopo la grande partecipazione al Consiglio Comunale aperto sull'Acqua Pubblica dello scorso 26 febbraio, in risposta alla diffida per la mancata consegna delle reti idriche esitata dal dirigente Generale del Dipartimento Rifiuti ed Ambiente dell'Assessorato Regionale dell'Energia e dei Servizi di pubblica utilità, Ing. Domenico Armenio, i cittadini di Menfi scrivono al al Papa e al Presidente della Repubblica


Al Presidente della Repubblica - ROMA
Al Santo Padre Papa Francesco CITTA’ DEL VATICANO
Al Cardinale S.E. Francesco Montenegro – AGRIGENTO
Al Presidente del Consiglio dei Ministri – ROMA
Al Prefetto di AGRIGENTO
Al Presidente della Regione Siciliana – PALERMO
All’Assessore all’Energia Regione Siciliana – PALERMO
Ai Senatori Nazionali
Ai Deputati Regionali e Nazionali

MENFI CITTA’ DELL’ACQUA PUBBLICA
Le Associazioni, l’Amministrazione e il Consiglio del Comune di Menfi, da sempre a fianco nel difendere il bene acqua, anche nell’interesse delle generazioni future, congiuntamente sottoscrivono la presente, ritenendo, con orgoglio, che Menfi sia un modello di “Città dell’Acqua Pubblica”, in quanto la secolare gestione efficiente delle risorse idriche del nostro territorio, è stata un obiettivo perseguito con caparbietà e difeso dai vari tentativi di privatizzazione, garantendo una gestione della risorsa acqua oculata e responsabile che comporta risparmio nei costi di gestione, con una naturale conseguente ricaduta per il cittadino, per le casse comunali, per la salute e per l’ambiente.
Infatti, fin dai primi anni del secolo scorso (1900-1915), Menfi ha scelto l’Acqua Pubblica come modello di gestione, tanto che l’allora Sindaco Santi Bivona portò l’acqua corrente nelle case dei cittadini, scontrandosi con interessi privati che, già all’epoca, volevano mantenere il monopolio del servizio di distribuzione dell’acqua.
Negli anni 60 iniziarono opere di bonifica dei pozzi esistenti e ricerca di nuove fonti di approvvigionamento della risorsa idrica, che continuarono negli anni 70 e 80 con la realizzazione di nuove condotte idriche per una regolare distribuzione.
La comunità di Menfi è stata sempre impegnata ad attivare ogni forma di difesa per salvaguardare la gestione pubblica dell’acqua come bene comune ed in particolare, con una mobilitazione generale, sono state raccolte firme per indire un referendum cittadino, sono stati organizzati innumerevoli, incontri, dibattiti, assemblee cittadine , consigli comunali e sempre per ribadire unanimamente la volontà di non affidare a soggetti privati la gestione del Servizio Idrico Integrato.
Nel 2009, alla richiesta di consegna delle reti alla Girgenti Acque SPA, la città ha risposto riempiendo la piazza con un forte segnale di unità e impedendo la consegna delle reti.
Nel 2011, in occasione del referendum nazionale per l’acqua pubblica hanno espresso il loro voto il 72% degli aventi diritto, con la più alta percentuale della Provincia di Agrigento e con il 99,1% di favorevoli all’acqua pubblica.
Il 19/11/2014 il TAR Sicilia ha sancito il principio che il Consorzio di Ambito di Agrigento, a seguito delle modifiche introdotte con la L.R. 2/2013, non può più ottenere la gestione del servizio idrico integrato svolta dal Comune di Menfi.
Attualmente il servizio idrico integrato è gestito in forma diretta e pubblica dal Comune di Menfi con una copertura del costo del servizio prossima al 100% e nel rispetto dei criteri di efficienza, efficacia ed economicità e quindi rientra tre le gestioni da salvaguardare ai sensi dell’art. 9 comma 4 della legge 36/94 (Legge Galli).
Ciò nonostante, oggi, in totale spregio al risultato del referendum nazionale, con l’approvazione del decreto legge 133/2014, noto come decreto “Sblocca Italia”, convertito in legge nel novembre scorso, il Governo Nazionale, per l’ennesima volta, tenta di spogliare il nostro territorio di una risorsa essenziale per affidarla a privati che sicuramente non potranno gestirla meglio, né potranno mantenere inalterati o, comunque, compatibili i costi a carico degli utenti, come, di fatto sta accadendo nei Comuni là dove il Servizio Idrico Integrato è passato alla gestione dei privati (vedi il caso di “Girgenti Acque”)
Infatti è di questi giorni la notizia che ben 21 Comuni della Provincia di Agrigento su 27 che hanno consegnato le reti alla Girgenti Acque SpA stanno deliberando l’uscita dall’ATO di Agrigento, chiedendo, nel contempo, la rescissione dei contratti, a suo tempo, sottoscritti con la Girgenti Acque.
Per tutto quanto sopra, nel ribadire la ferma decisione di non consegnare le reti idriche del Comune di Menfi, anche a seguito della illegittima diffida, gli scriventi
CHIEDONO
Che venga rispettata la volontà popolare espressa a larghissima maggioranza con il referendum nazionale del 2011 che ha sancito che l’acqua è bene comune inalienabile e deve essere gestita da in forma pubblica, invitando i rappresentanti del Governo Nazionale, che leggono la presente, a recepire quanto espresso dal popolo italiano con il citato referendum, stabilendo, nel contempo, le modalità di scioglimento dei soggetti privati gestori.
Che venga annullata la diffida del 31/01/2015, prot. N.4196, del Dirigente Generale dell’Assessorato dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità della Regione Siciliana, che per l’ennesima volta diffida il Comune di Menfi alla consegna delle reti, in netto contrasto con la L.R. n.2 del 9/1/2013 che recita: “Nelle more dell’approvazione della legge (di riordino del sistema idrico) …… omissis………., i Comuni che non hanno consegnato gli impianti ai gestori del Servizio Idrico Integrato, continuano la gestione diretta ……….;
Che venga completato l’iter legislativo di ripubblicizzazione dell’acqua in Sicilia, così come annunciato dalla citata L.R. n. 2 del gennaio 2013;.

INVITANO

Le Autorità in indirizzo ad intervenire ciascuno per le proprie competenze

mercoledì 18 febbraio 2015

Don Franco Montenegro creato Cardinale da Papa Francesco



Ed è una speranza per tutti noi. La speranza di una Chiesa, e un mondo migliore. E ce lo dimostra la storia. Quella di don Franco. Quella dei posti dove ha esarcitato il suo ministero pastorale e ha fatto sentire la sua voce, con i fatti e senza parole fatte di mera retorica. E qualcosa ve la racconto anche nel libro (qui)

Intanto oggi sul Giornale di Sicilia dichiara: "La guerra non è la via migliore per avere la pace. Gli immigrati non sono gente di serie B" e ancora: "Se il terrorismo vuole arrivare lo farà attraverso i barconi? Noi abbiamo smerciato la mafia, l'abbiamo fatta arrivare in altre terre, sia con le navi e le valigie di cartone, sia con gli aerei. Dire che tutti gli immigrati sono dei terroristi é come dire che tutti i nostri emigranti sono mafiosi".

Come dire, parole sante. E giuste.

lunedì 2 febbraio 2015

Menfi, si costituisce la nuova consulta giovanile!

Intervista a Valentina Barbera a margine dell'incontro divulgativo per la costituzione della Consulta Giovanile di Menfi.


Valentina Barbera è Vice Sindaco e Assessore del Comune di Menfi con deleghe alla promozione del territorio, Politiche giovanili e associazionismo, Cultura e Pubblica Istruzione.

“Il coinvolgimento attivo dei giovani nella dinamiche di sviluppo e nei progetti di governance del nostro territorio è ritenuto, dall'Amministrazione Comunale di Menfi, un aspetto fondamentale tanto per il metodo quanto per il merito dell'iniziativa politica quotidiana.
In questo senso, si vuole sottolineare che sia  intendimento dell’ Amministrazione Comunale istituire la Nuova Consulta Giovanile, che dovrà essere composta da giovani di età compresa tra i 15 e i 30 anni.
Tale organo consultivo rappresenta infatti un valido anello di congiunzione tra le istituzioni locali e la realtà giovanile, le cui problematiche, soprattutto in questo delicato momento storico-economico, sono molteplici e complesse”.

domenica 1 febbraio 2015

Ventidue presentazioni de "L'eucaristia mafiosa". Mattarella Presidente, e buona festa di Sant'Agata

Ventidue presentazioni in poco più di un mese. Un ottimo inizio per un libro che per me, e per chi mi è stato accanto significa molto. Un libro che ha poco da chiedere, molto da dare. E che ha ricevuto affetto e condivisione da amici incontrati in giro per l'Italia e dagli uomini e le donne di Chiesa che hanno voluto relazionarsi su un tema delicato e controverso che non va nascosto.

Ci vediamo a breve tra la Sicilia e l'Italia.

Come sempre, qui tutto il calendario completo con gli eventi e tutte le info relative al libro e al progetto che vive accanto. www.eucaristiamafiosa.it




E intanto da domani 2 febbraio si festeggerà Sant'Agata, fino al prossimo giovedì. La terza festa più popolosa al mondo, dove si incontrato fede, religione, cultura, tradizione e folklore. Ed anche denaro e mafie.

“Ancora ricordo che nel 1994-1995, mentre ero agli arresti domiciliari, feci un’evasione. Parlai […] con una persona che dirigeva i movimenti della vara. Si trattava di una persona grossa, con baffi e occhiali. Gli dissi che doveva sostare in via Plebiscito, dopo il bar Lanzafame. Io deduco che la sosta aveva lo scopo di fare vedere la santa a Natale D’Emanuele, a quell’epoca latitante e con molta probabilità nascosto in una casa in quella zona di via Plebiscito, ove egli possiede numerosi immobili. Di fatto la sosta avvenne per circa dieci minuti, come richiesto”.

E un augurio, al nostro Presidente Mattarella. Che ha tanto iniziato bene questi sette anni che lo aspettano: prima rivolgendosi a "suoi concittadini", poi recandosi alle Fosse Ardeatine. Che poi sia siciliano, importi poco. E' importante la sua storia. Così com'è importante quel rinnovamento della DC palermitana di cui è stato protagonista, ma anche la sua famiglia, e quella "caduta" legata alla storia di Rita Atria e il sostegno a Vincenzo Culicchia. Non meno importante la classe politica che l'ha eletto. Ma c'è e deve esserci una speranza in più in questa prima domenica di febbraio, ed è necessario crederci. Buon lavoro Presidente, buona Italia.