"La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico.
La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare".
Piero Calamandrei

martedì 26 febbraio 2013

Abbiamo fatto l'Italia, ora dobbiamo fare gli italiani. Buongiorno!


L’avevo detto prima della formazione del Governo Monti: “Ab actu ad posse valet illatio” si doveva andare al voto un anno fa


Oggi iniziamo una nuova giornata: caos elezioni, la Chiesa ha un Papa dimissionario, il centro-sinistra ha "non perso" o qualcosa del genere, la colpa è tutta di Grillo.
Pare che i Maya abbino sbagliato i conti e fin quando Andreotti sarà vivo non ci sarà da preoccuparsi.
I giaguari si sono estinti. Ma votare un anno fa? Effettivamente era troppo facile vincere in quel modo.

Vero è che la mancanza di pluralismo è mancanza di democrazia ma un altro Governo di larghe intese io non voglio nemmeno immaginarlo, piuttosto si segua il modello Crocetta che vede all’opera un Governo sostenuto in molte sue scelte dal Movimento a 5 stelle. Del resto, nel 2009, quello stratega di Fassino chiese a Grillo di fondare un partito…

Degni di nota, come sempre, sono i risultati siciliani e oltre ai flop di Lombardo, Miccichè e bella compagnia la Lega Nord tra Camera e Senato riceve 4.750 voti e nella mia piccola Menfi almeno in 7 l’hanno votata.

Abbiamo fatto l'Italia, ora dobbiamo fare gli italiani

La verità è che siamo un popolo di caproni e che si doveva andare a votare un anno fa. Ah! Buongiorno!

mercoledì 20 febbraio 2013

Emilia-Romagna, qui la politica è di casa



Primarie. Primarie. Primarie. Adesso i manifesti "L’Italia giusta" con Pierluigi Bersani capeggiano per le vie di questa regione e per il suo capoluogo, Bologna, punto fermo di quest’Italia, per tutti.
Qui la politica è di casa e la partecipazione è sempre alle stelle, ma questa è un’altra storia come direbbe qualcuno.
Nella campagna elettorale che si sta affrontando, personalità e vicende legate a questa regione sono passate alla ribalta nazionale non sono mancate sorprese e malumori, in tutti gli schieramenti.

Dalla partecipazione record delle primarie dei “padroni di casa”, alla candidatura di Giovanni Favia, passando per il caso “Bolognesi-Zampa” ed arrivando perfino a Silvia Noè, cognata di Casini.

Fini, Casini, Bersani, leader di diversi partiti che provengono tutti dalla stessa terra
Insomma l’Emilia Romagna non si fa mancar nulla.
Cécile Kashetu Kyenge, vive a Castelfranco Emilia ed è stata inserita al settimo posto nel listino regionale dei democratici, sarà la prima deputata “africana”. Di Modena è Giuditta Pini, 28 anni, precaria, che a sorpresa ha sbaragliato gli avversari alle primarie, è al ventiduesimo posto in lista.
Insomma, niente Genovese o roba simile. I capilista per Camera e Senato sono Franceschini (seguito da De Maria) e Josefa Idem (campionessa mondiale e olimpica di canoa) seguita da Maurizio Migliavacca.
Centro Democratico schiera Bruno Tabacci alla Camera e Gianni Rivera al Senato con qualche malumore del partito di Donadi. Sel inceve propone il suo leader Nichi Vendola per la Camera e Massimo Mezzetti e Elena Tagliani per Palazzo Madama.

Per l’Italia dei Valori potremmo anche parlare di “questione bolognese”, dopo le vicende che hanno coinvolto tutto il partito, adesso si ritrova senza simbolo ad appoggiare l'espulso più celebre dei 5 Stelle che accetta la chiamata per correre, dietro al capolista Antonio Ingroia e davanti ad Antonio Di Pietro, nella lista Rivoluzione Civile in Emilia Romagna. Al Senato Oliviero Diliberto, Antonio Borghesi, Mario Galasso. Resta fuori Silvana Mura.

Anche Berselli dopo 30 anni saluta il Parlamento insieme a Bettamio e Garagnani. Capolista alla Camera sarà l'ex ministro Michela Vittoria Brambilla e al Senato Silvio Berlusconi, seguito da Anna Maria Bernini, Carlo Giovanardi e l'ex presidente del Coni Franco Carraro. Rivoluzione nel partito berlusconiano. Il Pdl perde quasi tutta Forza Italia ed implode così l’Emilia diventa una “colonia” per candidati di ogni regione
La Lega Nord conferma i parlamentari uscenti Gianluca Pini (capolista alla Camera) e Fabio Rainieri, secondo nella lista per il Senato alle spalle di Giulio Tremonti.

Il capolista alla Camera per l’Udc è Gian Luca Galletti, parlamentare bolognese uscente.
Al secondo posto della lista c’è Silvia Noè, cognata del leader dallo scudo crociato e attuale consigliera regionale. Sia l’Udc che Futuro e libertà di Fini hanno esibito le loro liste solo per Palazzo Montecitorio mentre al il Senato si presentano “Con Monti per l’Italia”.

Nel movimento a 5 stelle le capoliste per Camera e Senato sono Giulia Sarti e Michela Montevecchi, 372 e 234 voti nelle consultazioni online. Insomma, per i “grillini” le cose non vanno come per le scorse amministrative nel territorio. Matteo Viscardi, nono in lista al Senato, esce allo scoperto. “Per eleggermi l’M5S dovrebbe ottenere il 36% in Emilia-Romagna", ero stato zitto solo "per non rovinare il risultato elettorale del movimento". La reazione è dovuta alle dichiarazioni di Grillo "Ce li abbiamo ancora 3 o 4 rompicoglioni dentro le liste, per fortuna sono giù in basso ma ce li siamo tenuti".

A seguito della candidatura di Giovanni Favia nella lista “Rivoluzione Civile”, si giocherà una partita nella partita. In Emilia Romagna i cinque stelle per la prima volta sono entrati nel consiglio comunale di una grande città, con Favia a Bologna, poi l’exploit in regione e Pizzarotti a Parma. Insomma la tenuta (o resa dei conti) del movimento cinque stelle passa da questa regione e non è un caso.

Il caso “terremerse” è passato, il Presidente Errani, dopo il tragico evento della scorsa primavera, è stato nominato commissario straordinario per la ricostruzione e rumors dalla buvette di Viale Aldo Moro lo danno già nel prossimo governo se il Pd vincerà le elezioni.
Sarà che si torna a votare in autunno?

mercoledì 13 febbraio 2013

Voto anch'io. No, tu no!




Vi ricordate i referendum del 2011? Tra tutti gli italiani che ricorderanno quei giorni, sicuramente studenti e lavoratori li ricorderanno bene e con piacere. Infatti in quei giorni ci fu data (si anch'io sono un “fuori sede”) la possibilità di esercitare il nostro diritto/dovere di voto in una regione diversa da quella di residenza.
Peccato che per farlo si dovette usare come escamotage uno legge del 1970.
Per la consultazione referendaria esiste la possibilità per una piccola percentuale di fuori sede di poter votare in un seggio diverso da quello di pertinenza facendosi delegare come rappresentante di lista. Per le altre elezioni volte a determinare la politica nazionale quindi, europee e politiche, invece, non esiste alcuna possibilità.
Non esiste democrazia e chi se ne frega dell’Art.3 (È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese) e dell’Art. 48 (Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge) della nostra bella Costituzione.

Alternative? La legge n. 241 del 1969 prevede rimborsi del 70% delle tariffe ferroviarie e marittime, delegando alle compagnie di emanare le direttive pratiche di applicazione della legge.
Quindi se io volessi esercitare il mio diritto/dovere di voto, la Repubblica Italiana mi permette di usufruire di questa agevolazione economica. Così partendo da Bologna alle 2:17, cambiando 3 treni e salvo problemi o ritardi, potrei arrivare nella vicina Castelvetrano (per tornare a casa avrei altri15 Kmda effettuare) alle 21:50. 22 ore, un giorno, per attraversare mezza Italia e per cambiare qualche treno.
In realtà un’alternativa molto più semplice sarebbe esistita ma buona parte dei nostri parlamentari ha preferito rimandare per poi saltare sugli attenti al grido di 25.000 Erasmus che denunciavano (giustamente) la mancanza di democrazia e la non possibilità di voto. Ascoltati si ma nessuna soluzione.

Qualche anno fa firmai un petizione (qui) lanciata dal comitato di IOVOTOFUORISEDE  poi insieme a loro scrissi un Disegno di Legge che prevede la possibilità di esercitare il diritto/dovere di voto per referendum/europee/politiche, ovvero, per  tutte quelle consultazioni elettorali effettuate su scala nazionale attraverso l’istituzione di un seggio speciale presso ogni Prefettura.
Presentato da Pardi al Senato (DDL 3054) e Briguglio alla Camera e nonostante l’impegno di alcuni Senatori (pochi) ed un parere positivo che ha riconosciuto la validità della proposta si è bloccato tutto.

Ad ogni consultazione elettorale, fra studenti e lavoratori fuorisede, restano esclusi quasi un milione di cittadini. Abbiamo raccolto le firme, scritto una legge (discussa al Senato) e siamo costretti a “tornare per votare” mentre vorremmo solo “votare per tornare”.

Per questo sabato 16 febbraio nelle maggiori piazze italiane andrà in scena un  flash mob elettorale (qui)   e alle elezioni del 24/25 febbraio, voteremo parallelamente per via telematica (il 21 ed il 22)  grazie alla piattaforma e-ligo.
Per gli studenti Erasmus è stata organizzata la stessa iniziativa con qualche piccola differenza (qui maggiori informazioni )
Un voto di protesta che non avrà valore legale ma che vuole evidenziare in tutto e per tutto la mancanza di democrazia ed il “trattamento” ricevuto dallo Stato italiano. 
L’iniziativa è portata avanti da Voglio Votare (clicca)
Lo Stato si dimentica di noi, noi non dimentichiamo di essere cittadini italiani.
“Vivere fuori sede è una scelta, votare fuori sede è un diritto”.