"La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico.
La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare".
Piero Calamandrei

mercoledì 29 gennaio 2014

Appello agli uomini di buona volontà (e di fede)



Ci sono momenti storici nei quali tutti siamo coinvolti e chiamati a schierarci, perché non farlo significa indirettamente scegliere la parte sbagliata, quella che vive e prospera grazie al silenzio, all’indifferenza, alla sottesa complicità. Nella lunga lotta tra mafie e Antimafia, la scelta di parte, quella giusta, è non solo necessaria, ma l’unica possibile. Poiché non scegliere significa essere complici. Non esistono vie di mezzo, sfumature, perché in mezzo c’è quella dannata zona grigia dentro cui si stringono le mani più sporche e gli accordi più perversi.
Non solo Istituzioni e organi di Governo, ma anche i Cittadini devono fare questa scelta netta. Devono farlo non accettando le logiche mafiose, la prepotenza, i favori, le scappatoie, i codici culturali. Soprattutto devono contribuire alla giustizia e alla verità, impedendo che chi lavora per renderle possibili non rimanga da solo. I magistrati di Palermo sono sotto attacco da più fronti e si trovano in una condizione di immenso pericolo, su Nino Di Matteo pende una sentenza di condanna a morte. Intorno a tutto questo, il solito ignobile clima di veleni, allusioni, accuse volgari alimenta la sottovalutazione e l’isolamento, risvegliando oscenità già viste e sentite.
Quella parte di cittadinanza che ci permette ancora di provare meno vergogna nell’essere italiani, ha reagito scendendo in piazza, testimoniando vicinanza, solidarietà, gratitudine al pm palermitano e ai suoi colleghi. Tra tutti coloro che si schierano dalla parte dei magistrati di Palermo, il paese non sente quell’annuncio concreto del Vangelo. Manca una voce importante, necessaria. Che faccia per la prima volta, ufficialmente, un passo in avanti: la Chiesa.
Guardando attraverso la memoria e la storia del paese, vediamo con disagio una Chiesa che per troppo tempo, all’interno del proprio vissuto e della sua storia, non solo non si è schierata contro la mafia, ma anzi l’ha appoggiata, aprendo le porte ai soldi dei boss di provincia o di quartiere, donando loro un ruolo primario nelle processioni e in altre attività “istituzionali”. Non ha alzato la voce e ha lasciato solo chi si opponeva. Una Chiesa che, nella vita concreta delle sue comunità, tra annuncio, denuncia e vissuto pastorale, ha avuto come martiri, troppo soli in vita, don Pino Puglisi e don Giuseppe Diana, primi a operare e a trovare gli strumenti e il coraggio, testimoniando fino alla fine la lotta alla mafia e la volontà di liberazione per le donne e gli uomini di cui essi portavano il peso, da semplici preti.
Sono uomini di fede che hanno vissuto la propria missione al servizio del bene. Con coraggio e senza titubanze. Oggi che don Puglisi è stato proclamato beato (un segnale importante verso una direzione giusta), ci sono tanti altri uomini di fede che continuano nell’opera di contrasto alla mafia e lo fanno nella stessa solitudine e c’è una società che aspetta che la Chiesa vada oltre quel “Convertitevi!” urlato drammaticamente da Giovanni Paolo II in quel di Agrigento. C’è una società che si chiede perché la Chiesa non dia un segnale. Noi ribadiamo che qui e ora è venuto il momento.
La Chiesa, che per troppo tempo ha condannato solo formalmente l’esistenza della mafia e la sua violenza, oggi non può e non deve restare in silenzio, ci sono in gioco non solo la verità, la coscienza e l’azione pastorale delle comunità ecclesiali ma esponenzialmente la vita del paese, l’educazione alla legalità e il futuro di tutti.
Ora chiediamo coraggio a questa Chiesa. Noi vorremmo che Essa prendesse ufficialmente posizione a difesa della vita di Nino Di Matteo e dei magistrati di Palermo, che si mettesse al loro fianco, che coinvolgesse la gente delle parrocchie, i sacerdoti, i fedeli, tutti coloro che credono nel Bene. Perché siamo dinnanzi a un momento decisivo, siamo a una svolta, ma soprattutto viviamo il rischio concreto di un pericoloso ritorno al passato.
Chiediamo a tutti, e a tutta la Chiesa, specificatamente alle diverse diocesi e comunità ecclesiali del nostro paese, a tutto quel popolo di cristiani, di donne e uomini liberi e fedeli in Cristo, di osare un coraggio secondo, di alzare non solo il cuore ma anche la testa.
Chiediamo ai laici, ai vescovi, ai preti, ai religiosi, a tutti coloro che osano vivere il battesimo di dichiarare ufficialmente il no della Chiesa alla mafia, facendo seguire alle parole i fatti.
Chiediamo a ognuno di osare non soltanto l’annuncio del Vangelo, ma la difficoltà della parola alzata contro ogni banalità specifica alle mafie che stritolano e condizionano territori e vite umane.
Chiediamo un secondo coraggio, un grido che dalla base arrivi fino alle orecchie di Francesco. Perché dal vescovo di Roma, ritorni come un’eco la voce del popolo di Dio. Dal Vaticano la voce del Papa gridi questo no fino alle parrocchie di periferia, senza deroghe o concessioni di alcun tipo.
Salvo Ognibene – Massimiliano Perna

Per firmare l’appello scrivi una mail all’indirizzo lachiesacondimatteo@gmail.com e comunica la tua adesione

Legge elettorale: Iovotofuorisede chiede voto unitario su emendamenti per il voto in mobilità




All'indomani del termine della presentazione degli emendamenti alla legge elettorale, appare chiaro che l'unico emendamento rimasto sul campo per introdurre il diritto di voto in mobilità in Italia é quello presentato da Pierpaolo Vargiu di SC che risponde in toto a tutte le nostre richieste.
I deputati del PD, che pure avevano annunciato e presentato dei simili emendamenti in materia, hanno deciso di ritirarli insieme a tutti gli altri emendamenti per dare spazio all'intesa con FI dichiarandosi pronti a presentarli nuovamente in aula.
Tuttavia anche i Giovani Democratici sono insorti ed hanno lanciato una petizione contro questa decisione che rischia di essere fatale per questa svolta storica nel nostro sistema elettorale che restituirebbe il diritto di voto ad oltre un milione di cittadini.
Facciamo dunque appello a tutte le forze politiche e in special modo ai deputati del PD affinché ascoltino il loro stesso popolo e votino gli emendamenti presentati dal gruppo di SC.

Nessuno può assicurare che il percorso in Aula non si trasformi in un Vietnam dato il precario equilibrio sul quale si regge l'attuale accordo tra PD e FI e non c'é nessuna buona ragione per rimandare ancora una volta alle calende greche una riforma che chiediamo da oltre 5 anni.
Chiediamo perciò anche al segretario del PD, Matteo Renzi, di dare il consenso del suo partito a questo emendamento in modo da lasciar liberi i deputati PD di appoggiarlo in Commisione.
Non é l'emendento di un gruppo politico ma di tutti i cittadini.
Chi si vuole davvero prendere la responsabilità di ostacolare questa grande riforma che aumenta la partecipazione dei cittadini alla democrazia?

Lo sapremo tra pochissimo, verificheremo al di là delle buone intenzioni dichiarate come voteranno i singoli partiti di fronte a quello che è l’emendamento di tutti i cittadini che sono in questo momento privi di effettivo diritto di voto. 

mercoledì 22 gennaio 2014

Vargiu deposita alla Camera il ddl per il voto in mobilità



Il deputato di Scelta Civica Pierpaolo Vargiu, insieme ad altri suoi 23 colleghi, ha depositato alla Camera il disegno di legge 1926 che permetterebbe agli oltre 800.000 cittadini in Italia e all’estero che si trovano lontani dal proprio luogo di residenza di poter esprimere la loro preferenza elettorale.
Ringraziamo a nome del Comitato Iovotofuorisede il deputato Vargiu per la disponibilità e la serietà con cui ha dato seguito alle nostre sollecitazioni.
Questo ddl è un passo fondamentale per far entrare nell’agenda di questa legislatura il tema del diritto di voto dei cittadini in mobilità. Ci aspettiamo, ora che è cominciato il dibattito sulla legge elettorale, che tutte le forze politiche diano il proprio contributo e permettano a questo disegno di legge di poter entrare come emendamento nella prossima legge elettorale, dando seguito coi fatti alle tante parole di appoggio che sono state date in questi anni alla nostra battaglia.
E’ l’occasione per rendere un po’ più moderno questo nostro Paese, non si deve trasformare nell’ennesima occasione sprecata.

Qui il sito internet di Iovotofuorisede

domenica 12 gennaio 2014

Un abbraccio, Luciano



Storie che fanno male. Storie che accadono perchè piuttosto che difendere Luciano c'è gente che si gira dall'altra parte. E di questo noi dobbiamo scusarci.


Ha scritto Riccardo Orioles sull'accaduto:

Ieri mattina (venerdì) intorno alle 10:30 a Librino, il grande quartiere-ghetto alla periferia di Catania, un nostro collaboratore che stava scattando delle foto al Palazzo di Cemento è stato circondato da sei uomini, minacciato con un’arma e picchiato. Gli hanno rotto un dente. Hanno fatto i nomi dei suoi familiari, su cui sembravano molto bene informati.


Luciano Bruno (un suo articolo, due anni fa, ha aperto il primo numero di questa nuova serie dei Siciliani) è di Librino e più volte ha pubblicato articoli sulla drammatica situazione di questo quartiere, abbandonato e lasciato in mano alla mafia. E’ autore fra l’altro di un pezzo teatrale di denuncia sul dramma di Librino, che è stato portato in giro in varie città d’Italia.

Invitiamo tutti alla massima solidarietà verso Luciano e alla massima attenzione e vigilanza su Librino.

mercoledì 8 gennaio 2014

I Siciliani, trent’anni (più due) di libertà

Metti un Direttore che non è mai cambiato, gli amici, i colleghi di una vita, l’amata Sicilia e un’Italia ancora da fare. I giovani di prima, ora cresciuti, e quelli di dopo: noi.

Metti Riccardo che c’è e quasi quasi si nasconde dopo aver chiuso il palinsesto. E poi Giovanni con il Gapa, che si, in un certo senso, è qualcosa di simile ad una brigata partigiana. Un’allegra banda di giornalisti e “scassaminchia” sparsi per l’Italia che credono fortemente nell’Articolo 21 della Costituzione, macchiati di quello Stampoantimafioso che respira di libertà, movimento, verità. Tutti Clandestini (con permesso di soggiorno) sparpagliati  nel paese con l’Antimafia nel cuore. Figli di una stessa Mamma, fatta di satira e verità, conosciuta ai tempi de iCordai.Uomini e donne d’altri tempi, uniti da un forte senso di giustizia e dello Stato che li rende uguali e fratelli, da Palermo ad Aosta. Qualcuno come Giancarlo è stato al sud, qualcuno invece viene Da Sud, e altri, come Giulio, sono nati in quella Lombardia che puzza di mafia e omertà, e che da poco si è risvegliata con un Comune sciolto per infiltrazioni ‘ndranghetiste. Lì, i ragazzi di Nando hanno dato vita ad un’enciclopedia, Wikimafia. Come nelle Agorà dove si da voce a chi ha qualcosa da dire. Una Generazione (zero) mai stanca, che corre, lotta. Anche La Domenica. Una Liberainformazione per una pubblica verità, fatta di inchieste e Reportage, che da il volatore di Marsala passano in quella città dove le lancette della stazione sono rimaste ferme, bloccate, alle Dieci e Venticinque a causa di una bomba mai chiarita. Anche oggi, nell’era delCitizen journalism, con la Periferica per i lettori che è cambiata e si è adattata ai tempi. Ma questa come direbbe quell’uomo con i baffi di Telejato, è un’altra storia.

E’ il Direttore che tiene il filo di questa rete, come il racconto (‘u cuntu in dialetto siciliano) di una storia molto più lunga di questi trent’anni che ci dividono. Una storia che torna a Catania, ogni 5 gennaio, dove si ferma, per poi ripartire e creare coscienza, come sempre.




venerdì 3 gennaio 2014

Ricordiamo Pippo Fava lavorando





Ore 10,00 – Gapa, via Cordai 47, Catania
Orchestra infantile Falcone-Borsellino
Ore 17,00 – via Giuseppe Fava
Presidio alla lapide
Ore 18,30 – Centro Zo, piazzale Asia 6
Fondazione Fava: consegna Premio Fava
Ore 21,00 – Città Insieme, Via Siena 1
Assemblea de “I Siciliani giovani”: il giornale,  l’organizzazione, i progetti 21,30 – film “I ragazzi di Pippo Fava”

Si informa che domenica 5 gennaio, al termine della giornata ricca di appuntamenti in ricordo di Pippo Fava, alle ore 21.00, presso il salone della Parrocchia Santi Pietro e Paolo (Via Siena 1), si terrà l'assemblea de "I SICILIANI Giovani": il giornale, l'organizzazione, i progetti.
Intervengono Riccardo Orioles, Giovanni Caruso, Arnaldo Capezzuto, Salvo Ognibene, Vincenzo Rosa. E le redazioni cittadine de "I Siciliani Giovani".


L'incontro è aperto a tutti i cittadini interessati ad uno scambio di idee, informazioni e proposte pratiche per continuare a costruire insieme la strada dell’informazione libera