"La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico.
La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare".
Piero Calamandrei

lunedì 27 luglio 2015

L’alba della legalità, grazie


(foto di Chiara Calasanzio)


Ieri pomeriggio, in attesa di avviarmi verso Santa Margherita di Belice per ricevere il riconoscimento "Il Gattopardo della legalità" (qui i dettagli per chi se lo fosse perso) avevo scritto qualche appunto da riprendere poi a voce alta. Chi mi conosce lo sa, non è mia abitudine e non lo è mai stata quella di "preparmi" qualcosa prima di parlare in pubblico. Non l'ho fatto nemmeno per la discussione della tesi di laurea (ed è stato bellissimo (qui), per intenderci.
Si tratta di un riconoscimento importante, soprattutto per me e per tanti motivi.
A due passi da casa, dalla mia Menfi.

In attesa di salire sul palco, allestito per l'occasione in Piazza Matteotti per "L’alba della legalità", ho ascoltato a cuore aperto le testimonianze riportate, e sono state davvero tante (da Salvatore Inguì, al Sindaco Valenti). C'erano anche Ezio Noto e i Disìu (ci rincontriamo al Dedalo il prossimo week end) Poi le parole di Antonella Borsellino, e di chi l'ha circordata per organizzare al meglio quest'evento dedicato alla memoria e all'impegno dei suoi familiari, Giuseppe e Paolo Borsellino (qui)

Il primo a ricevere il riconoscimento a due passi dal palazzo in cui visse Tomasi di Lampedusa è stato Giuseppe Carini, testimone chiave nel processo contro gli assassini di don Pino Puglisi che ha chiuso il suo intervento citando proprio l'ormai beato parroco di Brancaccio: "Cristo è morto per noi quando noi eravamo suoi nemici". Ed è stato bello abbracciarlo.

Poi il turno dell'imprenditore Gianluca Calì e del Professore Toni Giorgi. Tra i due c'è anche un libro a legarli. Intitolato “Io non pago. La stra-ordinaria storia di Gianluca Calì”, è scritto insieme a Francesca Calandra (e che trovate qui).

Tra i "premiati" anche SCORTA CIVICA PALERMO e la sua fondatrice Linda Grasso e il Procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi (con lui e altri illustri relatori abbiamo presentato il mio libro a Palermo lo scorso maggio) che per "motivi singolari" non è riuscito ad essere presente ma che ha fatto sentire la sua voce e che si è impegnato a ritirare il riconoscimento il prima possibile.

Ho stravolto il mio intervento, non ho detto nulla di quello che mi ero "preparato" e forse è giusto così, perchè è difficile rinchiudere le emozioni. E ieri sera ce n'erano davvero tante.

mercoledì 15 luglio 2015

Prossimi appuntamenti: L’Alba della legalità, Dedalo Festival e Sciaccart

Ecco qui i miei prossimi eventi:

Il 26 luglio sarò a Santa Margherita di Belice all"alba della legalità"
Felice e onorato di ricevere il riconoscimento “Gattopardo della Legalità” insieme a
– Gianluca CALì -Imprenditore
– Giuseppe CARINI – Testimone di Giustizia
– Toni GIORGI – Psicologo
– SCORTA CIVICA PALERMO
– Vittorio TERESI – Procuratore aggiunto di Palermo

Il 31 luglio nella splendida cornice del Dedalo Festival a Caltabellotta in una giornata fatta di libri e dedicata a Salvatore Coppola. Con me ci saranno anche Pino Maniaci e Salvo Vitale. Ed è bello ricordarlo così (qui)
Il 5 agosto invece sarò a Sciaccart, nella bella cornice della Badia Grande, nel quartiere di San Miche
le, insieme a Rosaria Cascio alle ore 20:00:
Il ruolo del beato don Pino Puglisi nel rapporto Chiesa – mafia”.



mercoledì 1 luglio 2015

La trasparenza della Chiesa



Quello delle donazioni alla Chiesa è sempre stato un discorso tabù. Impossibile sapere quanto si dona, quanto si riceve. Da chi e perché. Inoltre, per cosa sono utilizzati quei fondi. Chi finanzia certe feste, o la ristrutturazione di una certa chiesa. Certamente il segreto … la discrezione … ma in compenso la Chiesa sarebbe limpida e trasparente.


Di Salvo Ognibene
www.eucaristiamafiosa.it


Lo faceva notare il giornalista Lucio Musolino poche settimane fa durante la presentazione del mio libro ‘L’eucaristia mafiosa – La voce dei preti’ a Lamezia Terme . Oltre lui, era presente uno dei volti più belli della Chiesa di Roma, don Giacomo Panizza. Quella stessa chiesa di Papa Francesco che chiede ai politici argentini (ma è logico pensare che si rivolgesse a tutti e soprattutto quelli italiani) di rendere pubblici i finanziamenti. Oltre l’8 x 1000 s’intende. A proposito, avete sentito che all’ex vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, sono stati sequestrati 3 milioni di euro di beni? Lo stesso è ad oggi indagato per i reati di appropriazione indebita e malversazione di fondi: proprio quelli relativi all’8 x 1000. Ma questa è un'altra storia.


Dicevamo delle offerte ‘determinanti’, ovvero quelle che vengono dai privati, da quelli che finanziano la ristrutturazione della Chiesa, da quelli che finanziano il completamento della facciata, da quelli che finanziano le feste religiose. Soprattutto le feste religiose. Quelle che poi lasciano scaturire eventi e commistioni che poco hanno a che fare con il Vangelo e con la Chiesa dei poveri.
E per un tariffario che esiste, immotivato e senza ragion di Chiesa, probabilmente le offerte ricevute non servono soltanto a pagare le bollette della luce o a donare qualcosa ai bisognosi.
Ma vi immaginereste una Chiesa bella e trasparente che, tra le altre cose, rendesse pubbliche anche gli importi delle donazioni? Certo, se poi si riuscisse anche a fare dei controlli sui donatori (e ricordiamo che in alcuni casi le donazioni consentono al benefattore un risparmio fiscale), e magari iniziare a discernere da chi accettare i soldi e da chi no…
Tutto ciò, unito a diverse buone pratiche per una corretta gestione e amministrazione della Parrocchia  e degli enti economici ecclesiastici sarebbe veramente esempio di una Chiesa attenta e giusta.


Sui rapporti tra mafie e Chiesa l’elemento comune, oltre il consenso, è sempre stato il denaro. Un Dio comune e legato a entrambi. Ma se la Chiesa del gesuita papa Francesco, ha scomunicato (quanto meno a parole) i mafiosi, i soldi di quest’ultimi non possono più essere accettati da questa Chiesa. Altrimenti che senso avrebbe tutto ciò?
Certo, sembrano ancora lontani i tempi per conoscere tutta la verità sullo scandalo del Banco Ambrosiano ma tra elemosine, ‘stipendi’ e bilanci le strutture economiche della Chiesa con una maggiore trasparenza potrebbero rafforzare la propria credibilità di fronte all’opinione pubblica e questo potrebbe dare il là ad una vera riforma dello IOR, sulla scia delle novità che questo papa sta cercando di offrire.
L’arte della retorica la lasciamo alla politica che non è politica, i fatti (si spera) alla Chiesa.