"La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico.
La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare".
Piero Calamandrei

mercoledì 31 ottobre 2012

La rivoluzione? E’ già iniziata, dicono




Editoriale per Ad Est

“Abbiamo vinto! Cose da pazzi!”. Un felice Bersani commenta l’elezione a Presidente della Regione Sicilia dell’ex PCI Rosario Crocetta. 13,40 % e quattordici seggi all’Ars per il Partito Democratico. A Parma secondo il segretario del Pd, nelle ultime comunali, avevano “non vinto” andando al ballottaggio, in Sicilia con un
 + 0,50 % rispetto al partito del famoso 61 a 0 invece hanno vinto mentre il Pdl ha fallito. Punti di vista ma la rivoluzione è iniziata ad agosto a quanto pare, quando, dopo l’annuncio per la corsa a Palazzo d’Orleans, l’Udc decise di sostenerlo, seguirono poi il Pd, il Psi e l'Api. E’ bene ricordarlo e riconoscere che ancora una volta i vincitori sono gli uomini di Casini e dimostrano di essere il partito più capace nella storia della Sicilia. Dopo otto anni con Totò Cuffarò, quattro anni e mezzo con Raffaele Lombardo si apprestano a governare insieme al primo Presidente dichiaratamente omosessuale della storia siciliana.

39 seggi su 90 per la coalizione vincente, niente maggioranza in aula. Gli “attivisti” del Movimento cinque stelle, 15 poltrone e primo partito, non faranno alleanze, i 5 deputati di Miccichè ed i 10 dell’Mpa attendono alla porta future alleanze, crocchè a parte. Cambiare tutto per non cambiare niente? Forse. Certo che se il nuovo Presidente di Palazzo D’Orleans sarà un po’ “choosy” a breve ci toccherà tornare alle urne.
Il nuovo identikit dell'Ars è mutato grazie allo sbarco di ben quindici “grillini”, il gruppo più numeroso, davanti a quello di Pd (14), Pdl (12), Udc (11), Mpa (10), Lista Crocetta presidente e Grande Sud (5 ciascuno), Cantiere popolare  e Nello Musumeci Presidente (4 seggi ciascuno). Fuori Italia dei Valori, Sel, Rifondazione, Verdi, Fli, Forconi e anche sCateno De Luca. E’ mutato lo scenario, dicevamo, ma rientrano all’Ars anche Nino Dina, uomo simbolo dell’Udc targata Cuffaro e Lino Leanza, vice di chi sta scontando una pena a 7 anni per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra, ora rieletto nel listino di Crocetta, dopo essere stato capogruppo del Mpa.

I numeri, le uniche certezze, ed un debito che a fine 2012 sarà di sei miliardi di euro.
Rosario Crocetta, votato da un siciliano su sei, annuncia la sua rivoluzione e cita il Che durante i primi festeggiamenti.
La rivoluzione però distrugge tutto, non lascia più niente e allora speriamo in una rivolta e che il nostro Governatore non sia scaramantico perché gli ultimi due Presidenti di Regione hanno concluso in anticipo la loro legislatura per fatti di mafia, con un’Udc sempre in prima fila.
No, non c’è una vittoria. La nota positiva sono le 15 deputate ma con un astensionismo del 53% non c’è nulla da festeggiare. Non ha vinto nessuno e la Sicilia è sull'orlo del baratro.

Chiesero una volta a Sciascia di trovare un aggettivo che in sé bastasse a riassumere la Sicilia. Sciascia rispose: irredimibile. Gli daremo un’altra volta ragione? Auguri Presidente Crocetta.

domenica 28 ottobre 2012

Chi vincerà le elezioni in Sicilia? #elesicilia35 ha già vinto


I veri vincitori di questa campagna elettorale sono #EleSicilia e#EleSicilia35 grazie al lavoro di un gruppo di giornalisti ed esperti di comunicazione con la passione del web 2.0 che hanno fiutato, per primi, l’opportunità di portare la competizione elettorale siciliana sui social. Lo rivela uno studio della Neodimio, una società siciliana che si occupa di marketing strategico e comunicazione .
Milioni di tweet, migliaia di contatti per il webstreaming, migliaia di commenti, #elesicilia35 entrata nei trend topic nazionali. Ecco i numeri di #elesicilia35, un successo strepitoso del tutto meritato. L’iniziativa è nata un mese fa dall’idea di un gruppo di under35 http://www.ele35.it/elesicilia35/ che si sono aggregati spontaneamente sui sociali network. Una cooperazione, quella dei giovani siciliani, rafforzata dal seguitissimo blog http://www.elezionisicilia.net/ e da http://www.politw.it/, il più grande aggregatore di notizie politiche in Italia.
Una novità assoluta quella di #elesicilia35 non solo per la Sicilia ma per tutta l’Italia: finalmente i giovani si sono ripresi uno spazio che gli era stato sottratto, quello di intervenire in un contesto socio- politico che li aveva del tutto esclusi.
Il format editoriale #Elesicilia35, con una redazione e un direttore responsabile che si è svolto il 7 ottobre da Scenario Pubblico a Catania e il 22 ottobre da Sporting Village a Palermo ha reso protagonista il pubblico del web che è intervenuto su twitter (hashtag #EleSicilia35) per suggerire domande per alcuni dei probabili eletti all'Assemblea regionale siciliana e commentare le proposte.
I veri vincitori di queste elezioni sono i giovani siciliani di #elesicilia35 che sono tornati a battersi per una Sicilia migliore con la volontà comune di creare una vera democrazia partecipata e un futuro condiviso  

mercoledì 24 ottobre 2012

Regionali in Sicilia tra mafia e antimafie



Di Salvo Ognibene

"Le medagliette sul petto danneggiano il movimento”. Lo dice Giuseppe Todaro, che quattro anni fa ha denunciato il racket e da allora vive sotto scorta per aver fatto quella che per molti è la scelta sbagliata. E’ il numero due dell'associazione anti-racket “Libero Futuro” e vicepresidente con delega alla Legalità di Confindustria Palermo.
Sicilia, terra di mafia. E di antimafie.
Questa campagna elettorale si sta giocando in particolar modo sul tema della lotta alla mafia, doveroso in una regione dove gli ultimi Presidenti di Regione hanno chiuso il proprio mandato con fatti connessi all’organizzazione criminale.
Cuffaro  e Lombardo gli ultimissimi, il primo condannato a 7 anni  per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, il secondo indagato anche per voto di scambio e concorso esterno in associazione mafiosa.

I candidati principali sono sicuramente Nello Musumeci (Pdl, La Destra), Rosario Crocetta (PD, UDC, API, PSI), Gianfranco Miccichè (Partito dei Siciliani, ex Mpa, Grande Sud), Giancarlo Cancelli del movimento 5 stelle e la coppia Marano/Fava (Sel, Federazione dei Verdi, Federazione della Sinistra; IdV).
Claudio Fava, prima di passare la palla alla sindacalista della FIOM, alla presentazione ufficiale della sua candidatura, era accompagnato da Rita Borsellino, Nando Dalla Chiesa e dal Sindaco di Palermo Leoluca Orlando. A chi lo accusava di aver spaccato il “fronte antimafia” ha sempre risposto che la sua candidatura si è posta come segno di rottura con il lombardismo ed il cuffarismo, frase di rito ma vera e ripetuta più volte durante campagna elettorale. Giovanna Marano, inseritasi al photo-finish alla corsa per la Presidenza della Regione, non ha certo perso occasione per ribadire con forza quello che dovrebbe essere il presupposto di tutti quelli che si candidano a rappresentare il popolo siciliano, NO alla mafia e al malaffare, senza se e senza ma.
Da Cancellieri abbiamo sentito poche parole su questo tema anche se i 12 punti del suo programma parlano chiaro mentre Grillo continua a ironizzare sul fenomeno pur sentendo la pesantezza del tema. Certamente esce dal coro degli “antimafiosi”, sia da quelli veri, sia da quelli che a cui piace l'etichetta e fa proclami a vanvera. Non è un caso che anche Cuffaro gridava ai quattro venti che “la mafia fa schifo”, salvo poi beccarsi una condanna a 7 anni.
Grillo subito dopo la traversata a nuoto e lo sbarco in Sicilia ha dichiarato che il suo è stato terzo negli ultimi 150 anni, dopo Garibaldi che portò i Savoia e gli americani che portarono la mafia, dimenticando però che la mafia negli stati uniti fu d'esportazione e bisogna riconoscerlo.

Rosario Crocetta che si diverte a gridare presuntuosamente di essere il nuovo Giuseppe Fava è stato indicato come candidato a Presidente dalla Regione dall’Udc ed alcuni dirigenti del Pd oltre che da Api e Psi. Esatto l’Udc quel partito che ha governato con Cuffaro, sostenuto Lombardo e che ha come dirigente massimo nell’isola Giampero D’Alia, uomo di Cuffaro, ma ormai anche questa non è una novità. Del resto anche lo stesso Crocetta sosteneva questa posizione (vedi)  dopo un lungo battibecco con l’esponente dell’Udc.
E intanto Massimo Russo, Vicepresidente attuale della Regione Sicilia ammette: "Voglio fare l'assessore di Crocetta", affermazioni subito accolte con entusiasmo da alcuni sostenitori dell’ex Sindaco di Gela, cosa che probabilmente gli garantirà un assessorato. Assessorato che sicuramente andrà, in caso di vittoria, a Lucia Borsellino, figlia di Paolo Borsellino. E di commentare non ne ho proprio voglia.
E non c’è da stupirsi se oltre ai proclami di liste pulite ai cori di no ai condannati troviamo tra le fila dell’Udc Pippo Nicotra, nonostante un passato contraddistinto dalla vicinanza alla mafia, ma senza condanne, requisito essenziale per le famose “liste pulite”. Imbarazzante è stato anche il silenzio sulla scelta della Provincia di Trapani, guidata da Mimmo Turano attuale candidato dell'Udc, di ritirarsi dalla costituzione di parte civile in importanti processi di mafia, tra i quali quello per il delitto Rostagno e contro Messina Denaro.
Insomma Lombardo correrà con Miccichè contro il pm “antimafia” Russo, che sosterrà l’ex Sindaco, “antimafia” a detta di molti, Crocetta.
Lombardo, che a suo dire, nonostante i fatti di mafia che lo hanno coinvolto, ha fatto di più nella lotta alla mafia in Sicilia e che dopo aver cambiato nome al partito scarica Russo, dopo averlo lanciato alla corsa alla Presidenza della Regione preferendogli Gianfranco Micciché, fondatore di Forza Italia in Sicilia, braccio destro di Marcello Dell’Utri. Miccichè sostenuto anche dal patron del Palermo Calcio Maurizio Zamparini e ricordato, oltre che per essere stato un assuntore di cocaina (ora dice di aver smesso e potremmo anche credergli) per l’incredibile richiesta di cambiare nome all’aeroporto di Palermo dedicato a Falcone e Borsellino, perché “trasmette un immagine negativa con il loro nome”.
E per chi l’avesse dimenticato Miccichè lo sottolinea e lo ripete, anche in questa campagna elettorale.

“Basta con i predicatori dell'antimafia”, anche Musumeci si scaglia contro i falsi “professionisti”, e lo stesso, pur contando su un “rispettabile” passato è appoggiato da quel Pdl, ex Forza Italia, partito fondato da Dell’Utri e Berlusconi e “frutto della trattativa con la mafia" che di certo negli anni non si è distinto al di là dei proclami e della bassa politica per l’impegno “antimafia” anzi…non bisogna certo ricordare le tante leggi dei Governi Berlusconi andate nel senso opposto. Appoggio incondizionato anche dal PID di Saverio Romano, si quel Saverio Romano, che oltre alle varie vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto è uno dei principali sostenitori di Musumeci, lancia appelli a Miccichè ed esprime perplessità sull’accordo Pd-Udc.

Insomma la mafia anche qui c’entra. Antimafia e politica si rimandano, si chiamano, si  confondono.
Nella terra che 11 anni fa tributava quel 61 a 0 al partito di Dell’Utri, dopo gli anni di malgoverno Cuffaro-Lombardo, dovrebbe assolutamente esistere una vera svolta antimafia, che esiste ma è da ricercare tra le varie “antimafie” quando dovrebbe porsi come elemento di base per poter fare politica in Sicilia.
L’antimafia, quel partito che continua a mancare in un terreno dove spesso si abusa di questa parola e buona parte dei nostri candidati questo lo sa bene mentre la mafia rimane sempre unita e quei presunti 150.000 voti che riesce a gestire come sempre convergeranno sul candidato più affidabile, facile da immaginare.

La mafia entra come sempre a gamba tesa nella campagna elettorale per la corsa alle prossime regionali, chiedendo favori in cambio di voti, chiedendo insomma di “andare a braccetto con Cosa nostra” come ha affermato il neo-avvocato generale Ignazio De Francisci.
“Ogni tanto si acchiappa qualche frase tra un mafioso e l'altro, che dicono 'ma tu chi appoggi? Per chi voti?'. Al di là dei nomi, spunta sempre una frase del tipo: 'I discursi s'hanno a fare chiari'. I voti quindi non si danno più per simpatia o antipatia, e mai per ideologia, ma solo in cambio di impegni precisi”. Del resto, ricorda il magistrato, “c'è una tradizione di politica e mafia che vanno a braccetto. Siccome siamo in campagna elettorale è giusto per chi fa il mio mestiere ricordare a tutti che chiedere voti alla mafia è reato. Ogni tanto qualcuno se lo scorda...”.
Persone oneste, siciliani veri, miei corregionali, aprite gli occhi ed il cuore e pensate bene dove tracciare con quella matita, più forte di qualsiasi arma il prossimo 28 ottobre.
Voglio chiudere con un sfogo, non il mio ma quello di un grande siciliano che ha dato la vita per la nostra bella isola. Pensate anche a lui quando entrerete in quella cabina elettorale, agite da uomini liberi come lo era lui.

Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il voto a un uomo politico corrotto, ignorante e stupido, solo perché una volta al potere ti poteva garantire una raccomandazione, la promozione a un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro. Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i parlamenti e le assemblee regionali e comunali degli uomini peggiori, spiritualmente più laidi, più disponibili alla truffa civile, più dannosi alla società. Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la prima e maggiore colpa è tua…” 

martedì 9 ottobre 2012

Tre ore di diretta, duemila contatti, 1500 tweet. #EleSicilia35 tra le 10 parole più usate su Twitter: tra web, giovani e politica è stato amore a prima vista


Quasi tre ore di diretta streaming rilanciata da siti e testate in tutta la Sicilia. Duemila contatti con la diretta in webtv, 1500 tweet con l'hashtag #elesicilia35, entrato nei topic trend italiani. Ecco i numeri di Elesicilia35, un risultato eccezionale per un evento che parlava di politica ai giovani fuori da schemi prestabiliti e spezzando le solite liturgie televisive. Il dibattito è stato organizzato in dieci giorni da un gruppo di under35 senza tessera di partito, che si sono del tutto autofinanziati.

Lo scopo dell’evento era quello di rendere i ragazzi protagonisti attivi nello scenario socio-politico della propria terra: i siciliani sparsi per l’Italia e per il mondo si sono sentiti chiamati a intervenire su twitter e facebook, seguendo la diretta web-tv. Il pubblico ha partecipato attivamente al confronto tra candidati, dimostrando interesse per le tematiche trattate ed esprimendo liberamente assenso e dissenso nei confronti dei programmi di alcuni dei futuri eletti all'Assemblea regionale siciliana.

Al talk show politico, svoltosi presso Scenario pubblico a Catania, hanno partecipato importanti rappresentanti di partito e facce nuove della politica rigorosamente sotto i 35 anni di età. I primi ad entrare in scena sono stati D’Asero (Pdl), Fava (Sel-Idv-Verdi), Fleres (Grande Sud-Mpa) e Forzese (Udc-Pd). Nella seconda parte del dibattito sono stati protagonisti i candidati under 35 Cannavò (Pdl), Castello (Grande Sud), Currò (Movimento 5 stelle), Tomarchio (Comunisti italiani).
Si è parlato dei costi della politica, del disastro della sanità italiana, di quote rosa e pari opportunità nella prima parte del dibattito; di ambiente ed ecomafie, banda larga , beni culturali e occupazione giovanile nella seconda tranche. Ne esce una fotografia poco incoraggiante della politica nostrana: chi ci ha governato finora ha sbagliato, ed è stato in parte ammesso anche dai big rappresentanti di partito intervenuti.

«L’avventura di #Elesicilia35 non si ferma qua - dicono gli organizzatori. La tappa catanese di domenica 7 ottobre è solo il primo passo della riscossa degli under35 siciliani. Creeremo un osservatorio sulla politica siciliana, con un punto di vista generazionale. Abbiamo ricevuto molte offerte per replicare il format nelle prossime settimane».

Il racconto attraverso l'hashtag #EleSicilia35 > http://sfy.co/nABw
Il video sui giovani siciliani emigrati all'estero > http://youtu.be/-jK7X73sXcg
Le foto dell'evento del 7 ottobre > http://goo.gl/sRCJG
Le domande poste ai candidati > http://goo.gl/V171M
La cronaca del dibattito > http://goo.gl/0FFso

Qui il sito di #EleSicilia35 (clicca)

mercoledì 3 ottobre 2012

Incendiata la postazione tv di Telejato ma giovedì verrà comunque inaugurata la nuova sede e i nuovi canali



Il direttore di Telejato Pino Maniaci ha sporto denuncia presso la caserma dei Carabinieri di Alcamo, in merito all’incendio doloso che ha infuocato Monte Bonifato lo scorso sabato danneggiando gravemente la postazione della nostra emittente. Che l’incendio di Monte Bonifato sia di natura dolosa non vi sono ormai più dubbi, le forze dell’ordine stanno adesso cercando di capire da dove sono partiti i roghi.
Questa mattina il tenente della compagnia di Alcamo si è recato sul posto per effettuare i rilievi: anch’egli si è sorpreso di come una porta di ferro – quella del gabbiotto dove sono custodite le attrezzature che permettono a Telejato di trasmettere il segnale – posso bruciare senza che davanti vi sia vegetazione. L’ipotesi è a dir poco inquietante: per l’intera giornata di sabato le fiamme hanno avvolto Monte Bonifato, ma l’unica emittente danneggiata è la nostra. Il nostro tecnico ha quantificato 25mila euro di danni, una cifra spropositata che pesa come piombo considerando che arriva in un momento particolare: Telejato ha appena traslocato in una nuova sede, a breve inaugurerà due nuove canali e trasmetterà nella provincia di Palermo, in quella di Trapani e ad Agrigento. L’incendio di sabato ci lascia perplessi, inutile negarlo. Non amiamo fare le vittime, preferiamo conservare le energie per fare bene il nostro lavoro, ovvero: informare i cittadini in modo onesto e scrupoloso. Ed è per informarvi che vi raccontiamo i fatti, anche se questa volta i fatti sono nostri: il terreno che circonda il gabbiotto – contenente le apparecchiature – è totalmente annerito dalle fiamme, così come la struttura, sia internamente che esternamente. A destare impressione è soprattutto la porta d’ingresso in ferro: difficile capire come abbia potuto prendere fuoco, visto che non vi è vegetazione a rischio intorno. Difficile capire come fra tutti i gabbiotti delle emittenti private, l’unico a subire danni sia stato quello di Telejato.
Meno difficile capirlo se questo accade quattro giorni prima dell’inaugurazione della nuova sede. Fra gli invitati ci saranno nomi noti della procura palermitana, saranno presenti le più importanti, associazioni antimafia. Quella del prossimo 4 ottobre voleva essere una festa e lo sarà perché nel giro di pochissimo tempo, 48 ore al massimo, il segnale ritornerà a coprire l’intera gamma di comuni così come previsto prima dell’incendio. Quella di giovedì rimane una data importante: adesso non sarà solo una festa, ma una più forte dichiarazione d’intenti. Se qualcuno vuole fermarci, non ci è riuscito in passato, e non ci riuscirà adesso. Ora più che mai, in attesa dello svolgimento delle indagini, abbiamo il dovere di fare il nostro lavoro con la schiena dritta, così come lo abbiamo sempre fatto. Speriamo che le nostre ipotesi siano sogni di pazzi e non siano realtà. Non possiamo negare il rammarico e il grande sforzo che la redazione sta facendo per restituire Telajato ai suoi cittadini nel più breve tempo possibile. Se il nostro lavoro spaventa qualcuno, noi non possiamo fare altro che continuarlo. Certi eventi ci convincono sempre di più che stiamo facendo bene.

La redazione di Telejato



Manca solo un giorno all’inaugurazione (vedi) della nuova sede, da cui Telejato comincerà a trasmettere nelle province di Palermo Trapani e Agrigento. La sua voce si sta allargando. E questo fa paura.
L'inaugurazione della nuova sede, sita in contrada Timpanella, sarà domani giovedì 4 ottobre alle 18.
Verranno accesi durante la giornata i segnali delle nuove emittenti Telejunior e Tele Partinico sulla provincia di Palermo, Trapani, Agrigento e parte di Messina.
Tra gli altri saranno presenti, Riccardo Orioles, Antonio Ingroia, Piergiorgio Morosini e Leonardo Guarnotta.