"La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico.
La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare".
Piero Calamandrei

lunedì 28 maggio 2012

Premio NESI 2012


Mercoledì sarò a Livorno con Michela Mancini de "I Siciliani Giovani", Roberto Rossi di "Azione Nonviolenta" e Riccardo Orioles a cui verrà consegnato il Premio Nesi 2012.


Il Premio Nesi, promosso annualmente dalla Fondazione, è finalizzato alla valorizzazione ed al sostegno di persone, movimenti, esperienze che si siano distinti nel campo dell' emancipazione delle persone e delle comunità attraverso servizi ed attività socio-educativo-culturali.
La Commissione di esperti ha deliberato unanime l' assegnazione del Premio Nesi 2012 al giornalista Riccardo ORIOLES.
 
Riccardo
   ORIOLES
Siciliano, noto per la sua più che trentennale opera di denuncia del fenomeno politico-mafioso,  si è impegnato in un  lungo e generoso lavoro di formazione, oltre che delle coscienze dei suoi lettori, anche dei tanti giornalisti che negli ultimi venticinque anni sono cresciuti professionalmente grazie alla sua gratuita e incondizionata dedizione. Nato a Milazzo (Me) nel 1949, ha mosso i primi passi nella professione sotto la guida di Giuseppe Fava, il giornalista assassinato dalla mafia a Catania nel 1984. Ancor più di prima da allora ha indirizzato la sua opera professionale ed il suo servizio personale ad un costante lavoro di formazione di nuove generazioni di giornalisti dando vita a veri e propri laboratori giornalistici comeI Siciliani giovani,La Catena di San Libero,CasablancaeU Cuntu, e ultimamente curando un nuovo ciclo editoriale deI Siciliani giovanie realizzando  unaretedi impegno editoriale educativo e di emancipazione civile. Ne saranno date testimonianze da Roma e da Milano nel corso della premiazione.

  
www.fondazionenesi.org   ---   fondazione@fondazionenesi.org

mercoledì 16 maggio 2012

A condurre il Tg di Telejato..


Ieri sono stato ospite, insieme a Margherita Ingoglia, di Pino Maniaci e di tutta la redazione di Telejato.
Clicca qui per vedere il Tg di Martedì 14 Maggio, condotto da me, Margherita e l'instancabile Pino.

lunedì 14 maggio 2012

Menfi è Bandiera Blu “Storica”





Per la sedicesima volta Menfi (guarda la mie foto) è stata premiata con Bandiera blu per il mare pulito e le sue spiagge incontaminate. La cerimonia di consegna del riconoscimento internazionale assegnato dalla Fondazione per l’educazione ambientale si è svolta a Roma, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il sindaco Michele Botta ha ricevuto il vessillo blu, in rappresentanza del centro dell’agrigentino.

“Anno dopo anno lavoriamo alla valorizzazione e qualificazione di quest’area di Sicilia che ha tutte le carte in regola per affermarsi come una meta turistica di qualità, da scegliere e vivere: un territorio, infatti, dal vasto litorale incontaminato e dal mare eccellente premiato per la pulizia delle sue acque e delle sue spiagge – dichiara Michele Botta, sindaco di Menfi –. Un territorio che coniuga il mare pulito alla vocazione vitivinicola di cui facciamo il nostro punto di forza, il mezzo attraverso cui veicolare un numero sempre crescente di turisti e a cui diamo sin d’ora appuntamento per l’ultimo week-end di giugno per ‘Inycon Vino.Mare.Menfi’, la più importante rassegna enogastronomica dedicata al vino siciliano di qualità.”

Il vessillo della Fondazione Europea per l'Educazione Ambientale, riconoscimento che viene assegnato per la qualità delle acque, l’educazione ambientale, la raccolta differenziata e la qualità delle spiagge, l’accessibilità per tutti, la pista ciclabile e l’adeguata  informazione è la quindicicesima di fila: dopo il primo riconoscimento, nel 1992, infatti, dal 1998 il mare di Menfi viene premiato ogni anno ininterrottamente raggiungendo un record riconosciuto dalla FEE: la Bandiera Blu “Storica”.

La bandiera blu ripetuta da 15 anni ha fatto nascere a Menfi una serie di iniziative turistiche di piccole dimensioni ed a conduzione familiare ma in condizione di potere ospitare in bed and breakfast, piccoli alberghi, affittacamere, case vacanze ed agriturismi un numero di turisti veramente considerevole.

Menfi è la prima località in Sicilia a raggiungere questo record.


Comunicato Stampa Comune di Menfi

mercoledì 9 maggio 2012

Bologna tra mafie e Antimafia



Casalesi, ‘ndranghetisti, russi, cinesi, rumeni, albanesi, nigeriani e chi più ne ha più ne metta.
Bologna oramai da diversi anni ospita le diverse mafie “nostrane”, quelle con la doc Italia e le molteplici mafie straniere. E’ passato più di mezzo secolo da quando la mafia entrò in questa regione, in punta di piedi, da “sorvegliata speciale”.
Mafia che è cambiata, mafia che si è adattata alla pelle di questa città.
Poco, ma non troppo, rumore e tanti affari. Le diverse mafie presenti sul territorio hanno raggiunto degli accordi tali da spartirsi affari e territorio senza pestarsi i piedi.
In  uno degli ultimi rapporti di Sos-Impresa Confesercenti emerge che il 5% dei Commercianti bolognesi è sottoposto a pizzo, non mancano le intimidazioni e gli attentati incendiari che per molti si chiamano autocombustione.
Abbiamo assistito nell’ultimo anno a diversi arresti ed a molteplici operazioni delle Forze dell’Ordine.
La regione ha varato un paio di leggi in materia ed il Comune lavora alla costituzione di un Osservatorio.
20 beni e 18 aziende confiscate.
“La lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale” diceva Paolo Borsellino, l’antimafia giudiziaria allora non basta per contrastare il fenomeno criminale, è necessaria un’antimafia sociale anche a Bologna, dove le mafie sono d’importazione. Parafrasando potremmo dire che le mafie si contrastano nelle “aule”, da quelle bunker e quelle universitarie, anche a Bologna.
Così a Giurisprudenza, nell’Università più vecchia d’Europa è nato un corso vero e proprio, “mafie e Antimafia”, della Prof.ssa Stefania Pellegrini. Un insegnamento a scelta dello studente, un corso di 48 h diviso in due parti. Nella prima parte viene affrontato il fenomeno dal punto di vista storico, nella seconda gli studenti incontrano testimoni illustri della lotta alla criminalità organizzata, giudiziaria e sociale.
Per tutta la durata del corso l’aula straripa di studenti che seguono con un’attenzione altissima.
In questo percorso ci siamo inseriti anche noi con DIECIeVENTICINQUE, un giornale on-line che prova a raccontare la realtà avendo come  strumento principale l’informazione e come obiettivo ultimo l’informazione stessa.
Tra le diverse e belle realtà presenti sul territorio si distingue l’associazione “Rete NoName - Antimafia in movimento”, nata quattro anni fa qui a Bologna e che, in collaborazione con la cattedra di “mafie e Antimafia” , studenti e personalità varie sta lavorando ad un nuovodossier sulle mafie in Regione che sarà presentato, probabilmente, la prossima settimana.
Una rete, una piccola rete che crede fermamente che il cancro mafioso debba essere estirpato e non gli si debba concedere la possibilità di crescere ancora, soprattutto con le nuove generazioni.
Cari bolognesi, aprite gli occhi che di guai ne abbiamo fin troppi.

sabato 5 maggio 2012

Lettera aperta al Ministro Corrado Passera


Per mandare l’e-mail al Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera:  segreteria.ministro@sviluppoeconomico.gov.it

Al Ministro Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera, 
Tra pochi giorni, il 9 maggio, ricorrerà il trentaquattresimo anniversario dell’uccisione mafiosa del giornalista Peppino Impastato. L’Italia intera si appresta a commemorare il coraggio di un giovane che, insieme ai suoi compagni, dai microfoni di “Radio Aut” denunciava senza paura gli interessi mafiosi, a Cinisi e oltreoceano, del boss Badalamenti. Senza omissioni o connivenze, con la sola arma della libertà e dell’ironia. Pagando la sua dedizione e il suo coraggio, con la vita. Oggi, a trentaquattro anni da quel 9 maggio 1978, molti altri cronisti e operatori dell’informazione seguono il suo esempio rischiando ogni giorno per poter svolgere a testa alta e schiena dritta il lavoro di giornalisti. Tra questi: Giuseppe Maniaci e la sua redazione di Telejato, emittente televisiva con sede a Partinico.
Ad oggi, Telejato rischia ogni giorno di essere spenta definitivamente dallo Stato. Sembra paradossale, ma una legge della Repubblica porterebbe a quello che l’organizzazione criminale Cosa Nostra non è riuscita a fare. Da anni, infatti, la “televisione più piccola del mondo” trasmette “il tg più lungo del mondo” in una zona ad alta densità mafiosa (Alcamo, Partinico, Castellammare del Golfo, San Giuseppe Jato, Corleone, Cinisi, Montelepre) raggiungendo 22 comuni della Sicilia orientale, facendo informazione libera e denunciando il malaffare senza nascondersi. Proprio quest’attività sociale di denuncia è valsa al suo volto e alla redazione, svariate querele, intimidazioni (le ultime, pochi giorni fa), aggressioni e attentati. Telejato è una televisione locale comunitaria. In conformità con la Legge Mammì (n. 223 del 6 agosto 1990), quindi, ha uno statuto di Onlus e non quello di una Tv commerciale. Di qui, il limite agli spot pubblicitari: solo 3 minuti ogni ora di trasmissione. A mettere a rischio l’esistenza stessa di Telejato e l’incolumità dei suoi artefici, oltre alla mafia anche lo switch-off, il passaggio cioè dall’analogico al digitale nel mese di giugno in Sicilia.
Il governo Monti, nelle scorse settimane, ha messo fine alla beffa del “beauty contest” stabilendo il ricorso ad un’asta. Telejato, così come le altre 200 televisioni comunitarie, però, proprio per il suo status di televisione comunitaria e di onlus è priva di un bilancio adeguato a partecipare all’asta, vedendo così inesorabilmente cancellata la sua possibilità di trasmissione. Noi ci chiediamo e Le chiediamo: il legislatore ha riflettuto sulle conseguenze dello spegnimento di Telejato? Telejato deve essere considerato un bene culturale, al pari di ogni altro monumento artistico italiano: se l’arte rinnova i popoli, anche la controinformazione di Telejato in Sicilia può farlo. L’informazione può aiutare giovani e meno giovani a prendere coscienza di quello che li circonda e a scegliere. La scelta contribuirà a migliorare una delle regioni d’Italia, da qui anche la nostra Repubblica lo sarà.
Quello che in questa sede, come cittadini di uno Stato che dalla sua fondazione si ritiene uno stato democratico, vogliamo portare alla Sua attenzione è il grave danno che sarà apportato al sistema informativo e al diritto alla libera informazione dei cittadini.
Provvedere alla tutela delle televisioni comunitarie e locali affinché possano continuare a trasmettere e conservare il loro ruolo di strumento informativo locale. Bisogna assolutamente evitare che cali il silenzio e l’indifferenza sull’informazione antimafia. Sarebbe un atto concreto importante delle istituzioni nella lotta alla criminalità e per la tutela della democrazia del nostro Paese. In ultimo,vogliamo porre alla Sua attenzione un aspetto umano drammatico, crudo, scevro da retorica: la mafia uccide. La mafia non dimentica. La mafia colpisce più facilmente quando cala il silenzio e l’opinione pubblica si distrae. L’informazione rappresenta il sistema immunitario dell’opinione pubblica: se calano le difese immunitarie è più attaccabile. Ad essere uccisi sarebbero molte coscienze, ma prima d’ogni altro lo Stato italiano deve avere a cuore le sorti dell’uomo e cittadino Pino Maniaci e dei suoi familiari.
Certi della Sua attenzione, rimaniamo in attesa di un Suo riscontro.
DIECIeVENTICINQUE
Associazione Antimafie Rita Atria
I Siciliani Giovani
Cosimo Cristina (1960)
Mauro De Mauro (1970)
Giovanni Spampinato (1972)
Peppino Impastato (1978)
Mario Francese (1979)
Giuseppe Fava (1984)
Giancarlo Siani (1985)
Mauro Rostagno (1988)
Beppe Alfano (1993)