"La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico.
La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare".
Piero Calamandrei

mercoledì 20 febbraio 2013

Emilia-Romagna, qui la politica è di casa



Primarie. Primarie. Primarie. Adesso i manifesti "L’Italia giusta" con Pierluigi Bersani capeggiano per le vie di questa regione e per il suo capoluogo, Bologna, punto fermo di quest’Italia, per tutti.
Qui la politica è di casa e la partecipazione è sempre alle stelle, ma questa è un’altra storia come direbbe qualcuno.
Nella campagna elettorale che si sta affrontando, personalità e vicende legate a questa regione sono passate alla ribalta nazionale non sono mancate sorprese e malumori, in tutti gli schieramenti.

Dalla partecipazione record delle primarie dei “padroni di casa”, alla candidatura di Giovanni Favia, passando per il caso “Bolognesi-Zampa” ed arrivando perfino a Silvia Noè, cognata di Casini.

Fini, Casini, Bersani, leader di diversi partiti che provengono tutti dalla stessa terra
Insomma l’Emilia Romagna non si fa mancar nulla.
Cécile Kashetu Kyenge, vive a Castelfranco Emilia ed è stata inserita al settimo posto nel listino regionale dei democratici, sarà la prima deputata “africana”. Di Modena è Giuditta Pini, 28 anni, precaria, che a sorpresa ha sbaragliato gli avversari alle primarie, è al ventiduesimo posto in lista.
Insomma, niente Genovese o roba simile. I capilista per Camera e Senato sono Franceschini (seguito da De Maria) e Josefa Idem (campionessa mondiale e olimpica di canoa) seguita da Maurizio Migliavacca.
Centro Democratico schiera Bruno Tabacci alla Camera e Gianni Rivera al Senato con qualche malumore del partito di Donadi. Sel inceve propone il suo leader Nichi Vendola per la Camera e Massimo Mezzetti e Elena Tagliani per Palazzo Madama.

Per l’Italia dei Valori potremmo anche parlare di “questione bolognese”, dopo le vicende che hanno coinvolto tutto il partito, adesso si ritrova senza simbolo ad appoggiare l'espulso più celebre dei 5 Stelle che accetta la chiamata per correre, dietro al capolista Antonio Ingroia e davanti ad Antonio Di Pietro, nella lista Rivoluzione Civile in Emilia Romagna. Al Senato Oliviero Diliberto, Antonio Borghesi, Mario Galasso. Resta fuori Silvana Mura.

Anche Berselli dopo 30 anni saluta il Parlamento insieme a Bettamio e Garagnani. Capolista alla Camera sarà l'ex ministro Michela Vittoria Brambilla e al Senato Silvio Berlusconi, seguito da Anna Maria Bernini, Carlo Giovanardi e l'ex presidente del Coni Franco Carraro. Rivoluzione nel partito berlusconiano. Il Pdl perde quasi tutta Forza Italia ed implode così l’Emilia diventa una “colonia” per candidati di ogni regione
La Lega Nord conferma i parlamentari uscenti Gianluca Pini (capolista alla Camera) e Fabio Rainieri, secondo nella lista per il Senato alle spalle di Giulio Tremonti.

Il capolista alla Camera per l’Udc è Gian Luca Galletti, parlamentare bolognese uscente.
Al secondo posto della lista c’è Silvia Noè, cognata del leader dallo scudo crociato e attuale consigliera regionale. Sia l’Udc che Futuro e libertà di Fini hanno esibito le loro liste solo per Palazzo Montecitorio mentre al il Senato si presentano “Con Monti per l’Italia”.

Nel movimento a 5 stelle le capoliste per Camera e Senato sono Giulia Sarti e Michela Montevecchi, 372 e 234 voti nelle consultazioni online. Insomma, per i “grillini” le cose non vanno come per le scorse amministrative nel territorio. Matteo Viscardi, nono in lista al Senato, esce allo scoperto. “Per eleggermi l’M5S dovrebbe ottenere il 36% in Emilia-Romagna", ero stato zitto solo "per non rovinare il risultato elettorale del movimento". La reazione è dovuta alle dichiarazioni di Grillo "Ce li abbiamo ancora 3 o 4 rompicoglioni dentro le liste, per fortuna sono giù in basso ma ce li siamo tenuti".

A seguito della candidatura di Giovanni Favia nella lista “Rivoluzione Civile”, si giocherà una partita nella partita. In Emilia Romagna i cinque stelle per la prima volta sono entrati nel consiglio comunale di una grande città, con Favia a Bologna, poi l’exploit in regione e Pizzarotti a Parma. Insomma la tenuta (o resa dei conti) del movimento cinque stelle passa da questa regione e non è un caso.

Il caso “terremerse” è passato, il Presidente Errani, dopo il tragico evento della scorsa primavera, è stato nominato commissario straordinario per la ricostruzione e rumors dalla buvette di Viale Aldo Moro lo danno già nel prossimo governo se il Pd vincerà le elezioni.
Sarà che si torna a votare in autunno?

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