“L’ordine dei giornalisti della Sicilia scrive stamattina,
su un’agenzia, che Orioles non è stato radiato affatto. Non scrive che la sua
radiazione era all’ordine del giorno della loro riunione di venerdì scorso, ore
17, Palermo. Non scrive che quella vergognosa espulsione era stata
calendarizzata per 1384 euro di morosità. Non scrive di averla rinviata di sei
mesi quando si sono resi conto di averla fatta grossa. Non scrive che il debito
di Riccardo è stato coperto stamattina da un bonifico di Libera, così gli
inflessibili ragionieri dell’Ordine non dovranno darsi più pena nemmeno fra sei
mesi. Non scrive che metterà all’ordine del giorno l’espulsione di Mario
Ciancio invece che quella di Orioles, per le cose che oggi diciamo sul Fatto e
che il suddetto Ordine ben conosce da almeno trent’anni. Non scrive, l’Ordine.
Precisa l’acqua calda, finge di cadere dal pero e tace su tutto il resto. Una
miseria”.
Faccio mie le parole di Claudio Fava. E proverei ad
aggiungere: adesso conferiamogli la tessera "ad honorem”. L’appello non è
solo il mio, è di tutti “i ragazzi di wikimafia”. La lettera aperta che è
possibile firmare qui è stata inviata a Riccardo Arena, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della
Sicilia.
Vorrei raccontarvi qualcosa però. Mauro Biani l’ha fatto con la vignetta che vedete sotto:
Io quel giorno c’ero come c’erano Roberto Rossi e Michela
Mancini. Quel premio per il giornalista siciliano ha significato tanto, per
diversi motivi. Soprattutto perchè il premio in memoria di Don Alfredo Nesi è
stato assegnato a Orioles, noto per la sua più che trentennale opera di
denuncia del fenomeno politico-mafioso, per il suo impegno nella formazione di
giovani cronisti impegnati nella lotta alle mafie.
Intanto, Orioles, dopo aver saputo del pagamento delle quote
all’Ordine dei Giornalisti da parte di Libera commenta: Una storia iniziata
come buffonata, poi è diventata una cosa felice. Non ho parole, benedico l’Ordine per
la stronzata che ha fatto. [...] Se mi avessero dato il Pulitzer,
lo avrei snobbato. Più grande onore non poteva farmi”.[1]
Non so se rendo l’idea.
Nessun commento:
Posta un commento