"La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico.
La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare".
Piero Calamandrei

mercoledì 10 luglio 2013

Bologna, it's a long long road



“Oramai stremata dalle continue violenze fisiche poste in essere da B. nei miei confronti, acconsentii di prostituirmi per B.  Nei primi tempi dell’attività prostituiva tentavo di tenere per me il denaro guadagnato ma una volta che arrivavo a casa venivo sistematicamente perquisita da B., la quale mi toglieva tutto il denaro guadagnato, […] dopodiché mi picchiava selvaggiamente con calci e pugni” ¹

Le violenze nei confronti di questa donna nigeriana sono continuate fino ad arrivare al punto di lanciarla fisicamente fuori dal balcone, nel momento in cui la stessa si rifiutò di consegnare il denaro derivante dalla prostituzione,  provocandole fratture multiple. La donna, dopo essersi rialzata, invece di darsi alla fuga, è tornata dai suoi aguzzini per paura del “voodoo”, chiedendogli di liberarla dal rito africano a cui l’avevano sottoposta a conferma della perfezione del “metodo”.

Tutto questo accade a Bologna, dove basta fare un giro con gli amici in una qualunque sera bolognese per accorgersi del traffico sui marciapiedi dei viali che circondano il cuore della città, qualche sorrisino, un battuta ed a volte anche qualche insulto (diciamoci la verità) senza immaginare quello che si nasconde dietro il terribile giro della prostituzione,  fonte di grande ricchezza per la criminalità organizzata.
Un business, nazionale, che frutta circa 90 milioni al mese dove il 20 per cento delle donne che si prostituiscono è minorenne.
Il reato di sfruttamento della prostituzione è, quasi sempre, è un reato-spia della tratta di essere umani e riduzione in schiavitù delle vittime, in Emilia-Romagna è frequente l’individuazione di questo fenomeno e ad avere il domino è la mafia albanese.

A Bologna, la maggior parte delle donne che esercitano la prostituzione è di nazionalità rumena, circa il 50%, il quadro è completato da donne provenienti dall’est Europa (albanesi, ucraine, moldave) e in misura minore nigeriane, sudamericane e cinesi. Di quest’ultima categoria, però non si può parlare di prostituzione di strada, poiché il rapporto, seppure parziale, si consuma all’interno di centri estetici e di massaggi.
Oltre allo sfruttamento della prostituzione, le reti criminali si dedicano al traffico di esseri umani e al controllo “del marciapiede”.
Altro elemento caratterizzante nel  quadro del “mercato” bolognese della prostituzione, di strada e indoor , è la presenza di transessuali, italiane e sudamericane, la cui comparsa è stata registrata negli ultimi anni.

Sono presenti, in gran numero, nella zona Fiera: su Via Stalingrado, Viale Aldo Moro, e stradine adiacenti. Abitualmente le ragazze scendono in strade in piccoli gruppi e,sorvegliate, hanno l’obbligo di consegnare per intero il ricavato della serata. Solo in casi sporadici riescono a trattenere una piccola percentuale del guadagno che viene concessa soltanto dopo un periodo di prova, più o meno lungo. Puntualmente, casi di cronaca nera discutono delle violenze, fisiche e psicologiche, a cui queste ragazze sono soggette, da parte dei macrò.

Dai “viali” alla periferia, la prostituzione di strada è l’ultimo anello di una catena molto lunga..
“It's a long long night
It's a long long time
It's a long long road
Ebano..”


[1]              Fonte: Procura della Repubblica, Tribunale di Bologna, sezione DDA, 13/04/2012 

Nessun commento:

Posta un commento