"La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico.
La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare".
Piero Calamandrei

mercoledì 20 giugno 2012

Dove eravamo: vent’anni dopo Capaci e via D’Amelio


Dove eravamo” è un inno all’indignazione della memoria come commemorazione, è un inno alla memoria come impegno, come militanza quotidiana.
E’ questo quello che ci raccontano i vari Pino Maniaci, Salvo Vitale, Giulio Cavalli, Nando Dalla Chiesa, Salvatore Borsellino, Antonio Ingroia e gli altri “autori” di “Dove eravamo” insieme al curatore del libro Massimiliano Perna.
“Venti” più “uno” testimonianze di quell’estate del ’92, storie raccontate da chi visse quell’anno come uno spartiacque, come un punto di non ritorno e che non decise di rimanere con le mani in mano. “Venti” come questi vent’anni trascorsi ed “uno” come la speranza, come la consapevolezza che “la mafia non ha vinto”
Ventuno “mani pulite” che dividono la propria vita tra “impegno civile” e “cultura della legalità”.
In questo ventennale dalle stragi di libri sull’argomento ne sono stati pubblicati a bizzeffe, diversi dei quali molto propagandistici da  leggere e riporre in libreria. “Dove eravamo” no. “Dove eravamo” è da portare sempre con sè, un libro pesante quanto un macigno ma con una forza trasparente e cumulativa gridata all’unisono da tutti i protagonisti del libro. Non arrendersi e camminare sempre a testa alta, questo è l’insegnamento di “Dove eravamo”, di questi vent’anni e che possono essere riassunti con le parole di Carl Marx raccontateci da Moni Ovadia “Felicità per me è lottare”.
Lottare perché quelle stragi ci hanno insegnato proprio questo, a lottare perseverando giustizia e verità pubblica.  Giustizia e verità che ancora oggi mancano a vent’anni dalle bombe, su Capaci e via D’Amelio non si è ancora scritta la parola fine.
Mafia. Stato. Trattativa. Servizi Segreti. Bombe. Ciancimino. Riina. Papello.
Eppure, nonostante tutto, per molti ancora non è così perchè forse fa più comodo pensare che quelle esplosioni furono provocati da “una fuga di gas “.
”Una fuga di gas non prevede una mobilitazione, una presa di coscienza, scendere in piazza e protestare, farsi qualche domanda in più”.

I diritti di questo libro saranno devoluti alla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone e all’associzione Le Agende Rosse.

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