A leggere il programma (qui) della 21esima edizione della festa
Inycon sembra essere finiti in un revival che non ci appartiene. O meglio, non
dovrebbe appartenerci.
L’impatto è quello di rivedere, a distanza di anni, un
essere umano in età avanzata che non riesce ad accettare il passare del tempo,
le rughe ed un lento decadimento fisico che non trova spazio nella realtà. E
che per guardarsi allo specchio necessita di un restyling completo. Nuova forma
grafica, nuova comunicazione, nuove parole ma stessa sostanza, stessi
contenuti. Persino le persone sono uguali. Bravissime per carità e sicuramente
tra le migliori della Sicilia occidentale ma sempre le stesse. Le stesse voci,
le stesse mani, gli stessi occhi. E’ questa la festa del vino che vogliamo?
Qualcuno potrebbe obiettare che non ci sono più le risorse economiche di una
volta. Per caritá, non si discute di questo ma di pensare ad una festa che
abbracci per davvero il territorio, che coinvolga le migliori eccellenze e i territori che circondano Menfi (qui per saperne di più) e che si estenda fino alle nostre meravigliose coste. In fondo, negli anni, si è sempre più anticipata rispetto al passato proprio per diventare quel simbolo di "apertura" dell'estate nella Sicilia Occidentale (un po' quello che avviene a fine della stagione estiva con il Cous Cous Fest a San Vito Lo Capo).
Ed è strano vedere come, nel piccolo centro belicino, ad
onor della cronaca degli eventi passati e futuri, ci sia un distinguo tra
adulti di serie A e di serie B e giovani di serie A e di serie B. Stessa cosa
vale ovviamente per i giornalisti, gli uomini di cultura, esperti di
comunicazione o di temi specifici.
Bisognerebbe fare delle scelte e nell’aiutare chi, con
cuore, passione e tanti sogni nelle tasche, vuole mettersi in gioco.
Occorrerebbe distinguere con sinceritá, evitando confusione e illusione in chi
poi fuori dal piccolo centro belicino non trova riscontro e chi vive i propri
momenti di gloria solo nelle solite occasioni che coinvolgono la comunitá
menfitana. Sempre che quel "familismo amorale" di cui parlava
Banfield ci dia davvero fastidio quando qualcuno ce lo addita, giustamente,
come una colpa. Non so a voi, ma, a me, tutto questo regala una profonda e
gratuita tristezza. Non me ne vogliate ma questo non é un paese che può andare
avanti a colpi di comunicati stampa e chiacchiere nei bar. Diciamocele le cose,
senza vergogna. Abbiamo tutti da imparare per crescere con l’onestá che
distingue gli agricoltori che ci circondano e da cui discendiamo, tutti.
Chi volesse venire, ovviamente, non rimarrà deluso. Le
nostre spiagge, il nostro mare e le bellezze naturali (qui qualche foto), almeno quelle, non
cambiano (fin quando saremo capaci di custodirle). E naturalmente vi aspetto a Menfi per Inycon, come ogni anno
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