"La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico.
La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare".
Piero Calamandrei

mercoledì 30 dicembre 2015

Buon 2016

Si lo so. E’ la prima volta che uso il mio blog per lasciar spazio ai miei pensieri.
In realtà è già capitato. Mi capita spesso in certi giorni dell’anno. In quelli segnati sul calendario che strappano un sorriso e una lacrima. E capita quando penso alla bellezza della mia laurea (qui), a Bologna e alla Sicilia. A tutto quello che non ci siamo detti e che l’anno nuovo porterà senza chiederlo. Ad Andrea che ci ha lasciato in questi giorni dopo aver lottato con umiltà e in silenzio per dodici anni. Ci lascia la consapevolezza di quanto si possa fare in una vita, seppur breve come la sua, e cosa voglia dire Politica, sicuro che continuerà a raccontare barzellette e della Valpisella lassù. 




L'augurio è sempre lo stesso, sperando che il nuovo anno sia migliore di quelli passati (che proprio male per me non sono stati, anzi).
Buon 2016, e che sia una buona annata
Lo affronteremo come ogni anno, a muso duro. Ed è bello così.

mercoledì 23 dicembre 2015

Buon Natale



"La speranza è quella cosa piumata
che si viene a posare sull'anima.
Canta melodie senza parole
e non smette mai".



mercoledì 16 dicembre 2015

Un anno de "L'eucaristia mafiosa - La voce dei preti"

A un anno dalla stampa de "L'eucaristia mafiosa - La voce dei preti" è ora di bilanci. Il libro pubblicato con Navarra Editore (a proposito ci vediamo in casa editrice (qui) per gli auguri il 22?)e in vendita nelle librerie di tutta Italia dallo scorso 28 gennaio, conta numeri interessanti. Più che i numeri però conta la bellezza conosciuta in questi mesi in giro per l'Italia. 70 incontri, (un po' di foto le trovate qui) e tanti nuovi compagni d'avventura. Un viaggio dentro la Chiesa che si rende libera e trasparente e che trova il coraggio, finalmente, di parlare in modo chiaro. E a volte anche con i fatti.
Tante sono le persone che dovrei ringraziare. Da Antonio Nicaso che ha voluto firmare la prefazione, a Ottavio Navarra che non ha perso un attimo a credere in questo progetto editoriale. Da Rosaria Cascio agli amici di Caracò. Da chi è andato via a quanti con dolcezza sono arrivati. Da quanti mi hanno invitato e hanno voluto discutere insieme a me di un tema così delicato, a voi che continuate a leggermi e a darmi fiducia.
Un grazie particolare voglio rivolgerlo ai "don" che ho conosciuto e che si sono seduti accanto a me in questi mesi (l'elenco è davvero lungo), e a quelli che lo faranno presto. Per l'appunto, ci rivediamo a metà gennaio "su" al nord perchè c'è ancora tanto da fare.


mercoledì 9 dicembre 2015

Una provocazione d'amore tutta da ascoltare a cuore aperto

L'uscita di Vecchioni all'Università di Palermo è una provocazione d'amore, il resto sono solo chiacchiere e bruttezza di una Sicilia che non cambia e non vuole cambiare

Ah! Le parole del Professore le potete ascoltare qui

"troppi uomini non cambiano e non cambieranno mai:
parlano tutti, ma non dicono parole,
le loro cose non diventano parole"





mercoledì 2 dicembre 2015

Buon compleanno Dieci e Venticinque

Sono trascorsi 4 lunghi anni da quel 7 dicembre 2011. 4 anni che senza voi che leggete, o voi che vi alternate nella redazione di DIECI e VENTICINQUE sarebbero niente.
C'è chi va via. Chi arriva. Chi resta, anche se si fa piccolo in un angolo.
Tante le cose fatte in questi anni, e qualcosina siamo riusciti a costruirla. Passo dopo passo.
E' una bella storia questa. E si continuano a spegnere le candeline.

Le parole e gli auguri di Valeria sono qui





DIECIeVENTICINQUE è un simbolo, è un orologio interrotto con quelle ferme lancette che stiamo provando a rimettere in moto. Quell’orologio è l’immagine di una Storia, che ci fonde e che da nord a sud ci rende uguali, facendo rete. Fare rete, insieme, in questo cammino fatto di etica e verità così che quelle lancette possano ricominciare a girare. 
Vogliamo essere militanti, attori, non spettatori.

mercoledì 25 novembre 2015

Bombardamenti e bellezze dimenticate


In questi giorni così pieni di razzismo e solidarietà
Di mezze verità e tante strumentalizzazioni
Di giovani vite spezzate e uomini senza Dio che si fanno saltare in aria, non ho potuto fare a meno di pensare a Sara che è a Beirut (qui un'articolo di Nando Dalla Chiesa chevi racconta chi è e cosa fa). A Andrea Filippini e al suo libro “Afagnistan, Agfanistan, Afganistan” dove racconta la guerra vissuta da un infermiere bolognese. A Vittorio Arrigoni e al suo messaggio di vita. Restiamo umani.
E dovremmo ricordarcelo ogni giorno


mercoledì 11 novembre 2015

E' tutta roba nostra (dall'ultimo numero di Casablanca)

Chi l’avrebbe mai immaginato che diversi magistrati del Tribunale di Palermo venissero messi sotto inchiesta all’interno di un indagine relativa alla gestione dei beni sequestrati (non confiscati come in molti continuando a sostenere) a dei presunti mafiosi? Ha dell’incredibile quanto sta emergendo dall’indagine della procura di Caltanissetta. Un’indagine, che per la gravità delle accuse e i soggetti a cui sono rivolte è destinata a far discutere per molto tempo. E da raccontare c’è tantissimo.

C’è la storia di una “piccola” emittente televisiva che in tempi non sospetti e nel silenzio generale ha acceso i riflettori sulla gestione dei beni sequestrati e ha mostrato anche il dietro le quinte. Le cose peggiori. Storie di famiglie finite in strada a distanza di poche settimane, di amministratori giudiziari che percepivano parcelle milionarie, di giornalisti che hanno atteso alla finestra dimenticando il loro ruolo, di commercialisti, periti, avvocati, consulenti che ruotavano nel mondo dei beni sequestrati a dei cittadini non ancora mafiosi (e che talvolta non lo sono anche se si ritrovano, dopo diversi anni, con un azienda fallita nelle mani), di una Commissione Nazionale Antimafia che non ha voluto ascoltare e che ancora una volta delega e arriva dopo le inchieste giornalistiche e giudiziarie. Storie che la Sicilia non potrebbe permettersi, più. Spunta perfino l’ipotesi di un falso attentato e l’ipotesi di auto riciclaggio.
Il prefetto Caruso (ex direttore dell’ANBC) aveva denunciato le problematiche legate alla gestione dei beni sequestrati in Commissione Antimafia. Niente, non era successo niente. Anzi. Ora giustamente rivendica quanto fatto: “In tempi non sospetti, e in tutte le sedi istituzionali e non, ho rappresentato tutte le criticità riscontrate nella gestione dei beni sequestrati e confiscati e proposto le relative soluzioni. Ora qualcuno dovrà giustificarsi e qualcun altro forse dimettersi…”. [1]

Chissà cosa penserebbero Giovanni Falcone e Paolo Borsellino se sapessero del terremoto al Tribunale di Palermo. Chissà cosa scriverebbero giornalisti come Pippo Fava e Mauro De Mauro se fossero venuti a conoscenza che nel 2015, mentre in Italia mafie e corruzione sono diventati elementi costituitivi di questo paese, quattro giudici e parte della famiglia di uno di questi venissero messi sotto inchiesta a vario titolo per corruzione, induzione alla concussione, rivelazione di segreto d’ufficio e abuso d’ufficio.
Un anno e mezzo fa, Pino Maniaci e la redazione di Telejato chiedevano di essere ascoltati dalla Commissione Antimafia per approfondire il tema dell'amministrazione dei beni sequestrati e confiscati. L’appello fu riproposto dopo qualche mese con il lancio di una petizione che raccolse 30.000 firme nel giro di pochi giorni ma  tutti fecero orecchie da mercante.  Nel frattempo sono accadute tante cose. Al frontman diTelejato, tra le altre, hanno impiccato due cani e lo stesso è stato denunciato per stalking dall’ Avv. Cappellano Seminara. Il “re” degli amministratori.

E’ una storia brutta e grossa questa. E il velo di silenzio che l’ha coperta ce lo ha confermato. Insieme a pochi giornalisti e giornali ne hanno parlato, anche “Le Iene”, che con due servizi televisivi andati in onda nei mesi scorsi ha provocato forte imbarazzo. Fonti ben informate dicono che le notizie pubblicate in questi ultimi giorni sono soltanto la punta di un iceberg molto profondo.
E’ stato un anno duro per l’antimafia. Inchieste e vergogne legate ad un giro di potere e di soldi. Di corruzione e favori che hanno mostrato la parte più marcia di questo paese. Staremo a vedere. Intanto abbiamo già perso, tutti.



[1] Ancora veleni menzogne e ombre, Telejato, 11 settembre 2015, http://www.telejato.it/home/mafia-2/ancora-veleni-menzogne-e-ombre/



lunedì 2 novembre 2015

Andrea Camilleri racconta il giorno dei “morti”

Fino al 1943, nella nottata che passava tra il primo e il due di novembre, ogni casa siciliana dove c’era un picciriddo si popolava di morti a lui familiari. 
Non fantasmi col linzòlo bianco e con lo scrùscio di catene, si badi bene, non quelli che fanno spavento, ma tali e quali si vedevano nelle fotografie esposte in salotto, consunti, il mezzo sorriso d’occasione stampato sulla faccia, il vestito buono stirato a regola d’arte, non facevano nessuna differenza coi vivi. Noi nicareddi, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini (la grandezza variava a seconda dei soldi che c’erano in famiglia) che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio.
Eccitati, sudatizzi, faticavamo a pigliare sonno: volevamo vederli, i nostri morti, mentre con passo leggero venivano al letto, ci facevano una carezza, si calavano a pigliare il cesto. Dopo un sonno agitato ci svegliavamo all’alba per andare alla cerca. Perché i morti avevano voglia di giocare con noi, di darci spasso, e perciò il cesto non lo rimettevano dove l’avevano trovato, ma andavano a nasconderlo accuratamente, bisognava cercarlo casa casa. Mai più riproverò il batticuore della trovatura quando sopra un armadio o darrè una porta scoprivo il cesto stracolmo. I giocattoli erano trenini di latta, automobiline di legno, bambole di pezza, cubi di legno che formavano paesaggi. Avevo 8 anni quando nonno Giuseppe, lungamente supplicato nelle mie preghiere, mi portò dall’aldilà il mitico Meccano e per la felicità mi scoppiò qualche linea di febbre.
I dolci erano quelli rituali, detti “dei morti”: marzapane modellato e dipinto da sembrare frutta, “rami di meli” fatti di farina e miele, “mustazzola” di vino cotto e altre delizie come viscotti regina, tetù, carcagnette. Non mancava mai il “pupo di zucchero” che in genere raffigurava un bersagliere e con la tromba in bocca o una coloratissima ballerina in un passo di danza. A un certo momento della matinata, pettinati e col vestito in ordine, andavamo con la famiglia al camposanto a salutare e a ringraziare i morti. Per noi picciriddi era una festa, sciamavamo lungo i viottoli per incontrarci con gli amici, i compagni di scuola: «Che ti portarono quest’anno i morti?». Domanda che non facemmo a Tatuzzo Prestìa, che aveva la nostra età precisa, quel 2 novembre quando lo vedemmo ritto e composto davanti alla tomba di suo padre, scomparso l’anno prima, mentre reggeva il manubrio di uno sparluccicante triciclo.
Insomma il 2 di novembre ricambiavamo la visita che i morti ci avevano fatto il giorno avanti: non era un rito, ma un’affettuosa consuetudine. Poi, nel 1943, con i soldati americani arrivò macari l’albero di Natale e lentamente, anno appresso anno, i morti persero la strada che li portava nelle case dove li aspettavano, felici e svegli fino allo spàsimo, i figli o i figli dei figli. Peccato. Avevamo perduto la possibilità di toccare con mano, materialmente, quel filo che lega la nostra storia personale a quella di chi ci aveva preceduto e “stampato”, come in questi ultimi anni ci hanno spiegato gli scienziati. Mentre oggi quel filo lo si può indovinare solo attraverso un microscopio fantascientifico. E così diventiamo più poveri: Montaigne ha scritto che la meditazione sulla morte è meditazione sulla libertà, perché chi ha appreso a morire ha disimparato a servire.
(da Racconti quotidiani di Andrea Camilleri)

mercoledì 21 ottobre 2015

Ci vediamo tra l'Emilia e il Veneto?

Ultime date del 2015, del calendario di presentazioni de "L'eucaristia mafiosa - La voce dei preti". A distanza di quasi un anno dalla sua uscita conta circa 70 presentazioni in tutta Italia, dove ho avuto non solo la fortuna di conoscere persone meravigliose ma anche di confrontarmi con le diverse realtà del nostro paese su un tema così delicato.

Ci rivediamo in Emilia, e approdiamo anche nel cattolicissimo Veneto.
La mattina nell'aula "Falcone e Borsellino" della Scuola di Giurisprudenza, il pomeriggio al Circolo Ufficiali in corso Castelvecchio. Vi aspetto


26 OTTOBRE, BUDRIO
26 OTTOBRE, SAN LAZZARO DI SAVENA
27 OTTOBRE, BENTIVOGLIO
27 OTTOBRE, MINERBIO

28 OTTOBRE,  BIBBIANO (RE), “Viaggio nella mafia siciliana tra omertà e centri di potere”
29 OTTOBRE, VERONA (mattina)
29 OTTOBRE, VERONA (pomeriggio)

30 OTTOBRE, REGGIO EMILIA

30 OTTOBRE, RUBIERA


Come sempre aggiornamenti e maggiori informazioni li trovate qui

mercoledì 14 ottobre 2015

Aperte le iscrizioni al Corso Arbitri Nazionale per la stagione 2015/2016


Quasi tutti quelli che parlano di calcio hanno giocato a calcio almeno una volta nella vita. Quasi tutti quelli che parlano di arbitri non hanno mai arbitrato una partita nella loro vita


Nicola Rizzoli



L’Associazione Italiana Arbitri indice il Corso Nazionale per Arbitri di calcio per la stagione sportiva 2015/2016 sulla scorta delle esperienze delle precedenti cinque edizioni. Verranno approntate iniziative promozionali di rilevanza nazionale al fine di coinvolgere il maggior numero di ragazzi e ragazze anche attraverso i social media con l'ashtag #corsoarbitri.


Possono partecipare gratuitamente tutti i candidati di ambo i sessi che siano cittadini della Comunità Europea, con documento di identità valido, ed i cittadini extra comunitari, dotati anche di regolare permesso di soggiorno, che abbiano compiuto alla data dell'esame il 15° anno di età e non abbiano compiuto il 35° anno.



Ogni Arbitro dell’AIA è in possesso della Tessera Federale che gli consente di entrare gratuitamente in ogni Stadio dove la partita è organizzata sotto l’egida della FIGC su territorio Nazionale.
Per ulteriori informazioni selezionare la Sezione Arbitri a te più vicina e scrivi le tue domande oppure inoltrare direttamente la domanda di iscrizione.

lunedì 5 ottobre 2015

Un appello per conferire la tessera "ad honorem” a Riccardo Orioles


“L’ordine dei giornalisti della Sicilia scrive stamattina, su un’agenzia, che Orioles non è stato radiato affatto. Non scrive che la sua radiazione era all’ordine del giorno della loro riunione di venerdì scorso, ore 17, Palermo. Non scrive che quella vergognosa espulsione era stata calendarizzata per 1384 euro di morosità. Non scrive di averla rinviata di sei mesi quando si sono resi conto di averla fatta grossa. Non scrive che il debito di Riccardo è stato coperto stamattina da un bonifico di Libera, così gli inflessibili ragionieri dell’Ordine non dovranno darsi più pena nemmeno fra sei mesi. Non scrive che metterà all’ordine del giorno l’espulsione di Mario Ciancio invece che quella di Orioles, per le cose che oggi diciamo sul Fatto e che il suddetto Ordine ben conosce da almeno trent’anni. Non scrive, l’Ordine. Precisa l’acqua calda, finge di cadere dal pero e tace su tutto il resto. Una miseria”.
Faccio mie le parole di Claudio Fava. E proverei ad aggiungere: adesso conferiamogli la tessera "ad honorem”. L’appello non è solo il mio, è di tutti “i ragazzi di wikimafia”. La lettera aperta che è possibile firmare qui è stata inviata a Riccardo Arena, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia.
Potrei continuare e cercare di spiegarvi, per chi non lo conoscesse, chi è Riccardo Orioles. Potrei provare a raccontarvi, in modo assolutamente indegno, la sua storia. Insomma, potrei provare a convincervi perché firmare l’appello e perché Orioles meriti la tessera "ad honorem”. Non lo farò. E’ tutto scritto nell’appello de “i ragazzi di wikimafia”.
Vorrei raccontarvi qualcosa però. Mauro Biani l’ha fatto con la vignetta che vedete sotto:



Io quel giorno c’ero come c’erano Roberto Rossi e Michela Mancini. Quel premio per il giornalista siciliano ha significato tanto, per diversi motivi. Soprattutto perchè il premio in memoria di Don Alfredo Nesi è stato assegnato a Orioles, noto per la sua più che trentennale opera di denuncia del fenomeno politico-mafioso, per il suo impegno nella formazione di giovani cronisti impegnati nella lotta alle mafie.
Intanto, Orioles, dopo aver saputo del pagamento delle quote all’Ordine dei Giornalisti da parte di Libera commenta: Una storia iniziata come buffonata, poi è diventata una cosa felice. Non ho parole, benedico l’Ordine per la stronzata che ha fatto. [...] Se mi avessero dato il Pulitzer, lo avrei snobbato. Più grande onore non poteva farmi”.[1]
Non so se rendo l’idea.



[1] Odg, Libera paga le quote di Orioles: «Il suo lavoro un bene per tutta l'antimafia», meridionews, 4 ottobre 2015 http://catania.meridionews.it/articolo/37048/odg-libera-paga-le-quote-di-orioles-il-suo-lavoro-un-bene-per-tutta-lantimafia/

lunedì 28 settembre 2015

Sosteniamo Padre Carlo

Scrive il Centro Pio La Torre (qui): "Vogliamo dare seguito concretamente all'APPELLO lanciato qualche giorno fa su fb da padre Carlo, il quale raramente chiede, e se lo fa vuol dire che c'è proprio bisogno. Già anni fa siamo stati promotori di iniziative a sostegno della Parrocchia di padre Carlo a Bosco Minniti, per la sua ammirevole e incessante opera di accoglienza verso gli ultimi. Si costituì una vera e propria Rete delle Associazioni che mensilmente raccoglievano fondi da destinare alle necessità della parrocchia e che poi, come realtà di collegamento ha dato vita ad altre attività ed iniziative aggregative nel mondo delle Associazioni.

Al di là delle singoli e personali iniziative che ciascuno liberamente si sente di intraprendere, il Coordinamento del Centro Pio La Torre ha pensato di organizzare delle giornate per la raccolta di fondi pro Bosco Minniti.

Saremo in sede, Piazza S. Lucia n.24/D, Lunedì 28 e Mercoledì 30 Settembre dalle h.18,30 alle h.19,30; Martedì 6 e Giovedì 8 Ottobre dalle h.18,30 alle h,19,30.

Ciascuno potrà lasciare quello che può. Ci premureremo a consegnare quanto raccolto direttamente a padre Carlo, che è stato informato dell'iniziativa.
Diffondete, se potete, questo appello e partecipate.

Di seguito l'appello diffuso dal nostro parrino.
Grazie




Popolo.........! Scusate la mancanza di pudore ma devo farlo. Invito chi volesse e chi potesse a darmi una piccola mano perchè da marzo, per tutta l'estate e fino ad ora è stata un po' pesantuccia. Cominciarono i Siriani con quell'esercito bellissimo di bambini piccolissimi, poi gli eritrei, poi altri alla spicciolata. Abbiamo raschiato il fondo del barile. Entro questo mese c'è da pagare acqua per oltre un migliaio di euro, L'ENEL è pronta all'attacco (o allo stacco ?) e così via. Una mano di aiuto ci farebbe tremendamente comodo. Non aggiungo altro perchè già mi sento a disagio. Per eventuali richieste di particolari, ovviamente li darò di presenza.
Buon fine settimana a tutti e a ciascuno di voi !!!!!!!!

Va bene. Pubblico l' iban della parrocchia: Parrocchia Maria SS. Madre della Chiesa
Via Al. Specchi 98 Siracusa
Banca Unicredit filiale di via Tisia
Codice IBAN
IT 47 U 02008 17103 000300738597

Carlo D’Antoni




domenica 27 settembre 2015

No alle trivelle, è "possibile" firmare per indire i referendum

Qui sul sito di "Possibile" maggiori informazioni sui referendum



Ultime ore per firmare i referendum promossi da Pippo Civati.

E' possibile firmare negli uffici elettorali dei Comuni italiani


I quesiti depositati sono otto. Otto quesiti che sono legati all’Italicum, al Jobs Act, allo Sblocca Italia, alla Buona Scuola. 2 in particolare si rivolgo alle trivellazioni in mare:


3) SCOPO DEL QUESITO: fermare le trivellazioni in mare

Volete voi che sia abrogato l’articolo 6, comma 17, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dall’articolo 35, comma 1, del decreto legge 22 giugno 2012, n. 83, “Misure urgenti per la crescita del Paese”, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, limitatamente alle seguenti parole: “procedimenti concessori di cui agli articoli 4, 6 e 9 della legge n. 9 del 1991 in corso alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 29 giugno 2010 n. 128 ed i procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti e connessi, nonché l’efficacia dei”, e alle seguenti parole: “alla medesima data, anche ai fini della esecuzione delle attività di ricerca, sviluppo e coltivazione da autorizzare nell’ambito dei titoli stessi, delle eventuali relative proroghe e dei procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti e connessi. Le predette attività sono autorizzate previa sottoposizione alla procedura di valutazione di impatto ambientale di cui agli articoli 21 e seguenti del presente decreto, sentito il parere degli enti locali posti in un raggio di dodici miglia dalle aree marine e costiere interessate dalle attività di cui al primo periodo, fatte salve le attività di cui all’articolo 1, comma 82-sexies, della legge 23 agosto 2004, n. 239, autorizzate, nel rispetto dei vincoli ambientali da esso stabiliti, dagli uffici territoriali di vigilanza dell’Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse, che trasmettono copia delle relative autorizzazioni al Ministero dello sviluppo economico e al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare”?


4) SCOPO DEL QUESITO: Ricondurre nell’ambito di procedure ordinarie la attività di trivellazione

Volete voi che sia abrogato l’articolo 38 del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133 “Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive”, convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, limitatamente alle seguenti parti:

comma 1, limitatamente alle parole: “Al fine di valorizzare le risorse energetiche nazionali e garantire la sicurezza degli approvvigionamenti del Paese”; “rivestono carattere di interesse strategico e”; “, urgenti e indifferibili”; “, indifferibilità ed urgenza dell’opera e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio dei beni in essa compresi, conformemente al decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, recante il testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità”;

comma 1 bis, come modificato dall’art. 1, comma 554, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, limitatamente alle parole: “sulla terraferma”; nonché alle parole: “In caso di mancato raggiungimento dell’intesa, si provvede con le modalità di cui all’articolo 1, comma 8-bis, della legge 23 agosto 2004, n. 239. Nelle more dell’adozione del piano i titoli abilitativi di cui al comma 1 sono rilasciati sulla base delle norme vigenti prima della data di entrata in vigore della presente disposizione”;

comma 5, limitatamente alle parole: “prorogabile due volte per un periodo di tre anni nel caso sia necessario completare le opere di ricerca”; nonché alle parole: “, prorogabile per una o più volte per un periodo di dieci anni ove siano stati adempiuti gli obblighi derivanti dal decreto di concessione e il giacimento risulti ancora coltivabile,”;

comma 6, lett. b), limitatamente alle parole: “, per le attività da svolgere in terraferma”?


mercoledì 16 settembre 2015

Sicilia e Sicilitudine. Ci vediamo ad EXPO venerdì 18 ?

Venerdì 18 settembre alle ore 19:00, Sicilia Cluster BioMediterraneo Expo 2015

"Sicilia e Sicilitudine, Food is colture” l'incontro fra letteratura, musica, tradizione ed enogastronomia. Parleremo di Menfi, di Sicilia e di quel ponte che rappresenta, tra tradizioni e futuro. Ci saranno le "Signore della Brigata di Cucina Mandrarossa" prepareranno pietanze della tradizione gastronomica del territorio, in abbinamento al vino di Menfi, ovviamente.

Ci sarò io, insieme ad altri compagni di viaggio del "Menfishire" (qui qualcosa proprio su Menfi e il suo vino ). Tra loro Noemi Cannizzaro (la conoscete la sua bella voce?) Alice Titone in rappresentanza dell'Istituzione Federico II, Danilo Serra (autore di “ Non ho tempo: La grande menzogna), Vito Falco (avete letto il suo libro?), Giacomo Tarantino, Roberta Urso delle Cantine Settesoli, Domenico Catagnano (Caporedattore TGCOM 24), Gianni Curami dell'Università Bocconi di Milano, il neurochirugo Ignazio Gaspare Vetrano, Enzo Randazzo (autore di “Sicilia, my love”), Gisella Mondino (autrice della Guida alla lettura di “Sicilia my love”), Angela Balistreri (autrice di “Antonino Palminteri– un artista gentiluomo nel panorama operistico dell’Ottocento), Michele Barbera (autore de “Il testamento di Vantò"), Daniela Rizzuto, Gaspare Barbera e la Band Supernova.

Sarà presente anche il Comune di Menfi ovviamente, con il Sindaco Vincenzo Lotà e il Presidente del Consiglio Comunale Vito Clemente. 

Lo so, siamo un bel po'. Vi aspettiamo!



sabato 12 settembre 2015

Terremoto giudiziario a Palermo. Telejato denunciava tutto da tempo



Altri tre giudici indagati dalla procura di Caltanissetta nell'inchiesta sulla gestione dei beni SEQUESTRATI (sequestati, non confiscati) alla mafia. Telejato aveva denunciato tutto questo da tre anni a questa parte nonostante si faccia finta di nulla e molti fanno finta di non sapere. Fa male vedere tutto ciò al di là degli esiti che la storia giudiziaria vorrà riservarci.

I tre magistrati indagati sono Tommaso Virga, ex membro togato del Csm e ora presidente di sezione è indagato per induzione alla concussione; Lorenzo Chiaromonte, collega d'ufficio della Saguto è indagato per abuso d'ufficio, e il pm Dario Scaletta infagato per rivelazione di segreto d'uffici. Si aggiungono a  Silvana Saguto  che ieri ha lasciato la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo (al suo posto Mario Fontana),  l’ingegnere Lorenzo Caramma (marito della Saguto) che è stato consulente dell'avv. Cappellano Seminara e quest'ultimo. Tutti e tre sono indagati per corruzione, induzione e abuso d'ufficio (qui)

Indagati anche il padre dell’ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo e uno dei figli.


Per approfondire visitate il sito di Telejato Notizie (qui) e il canale youtube (qui)

mercoledì 2 settembre 2015

Intervalli di terza maggiore (tra Menfi e la musica d’oltreoceano)



Un libro che sa di Sicilia e che lascia respirare buona musica. Animata e dai giusti ritmi che riporta al passato oramai divenuto presente. Senza troppa nostalgia ma con un pizzico di rammarico per aver fatto qualcosa di troppo, o troppo poco.

Intervalli di terza maggiore”, opera prima di Vito Falco (vincitore della quinta Edizione del concorso letterario Parole nel Vento), è ambientato nella terra in cui vive. Regala bellezza e profumi di cui Menfi è piena. La profonda conoscenza del territorio da parte dell’autore, viene esaltata dalla piacevole descrizione dei luoghi e dai momenti di vita trascorsi dai personaggi che animano il romanzo. Personaggi che prendono vita e che amano la propria terra. Alcuni in modo inconsapevole, altri con le certezze che muteranno con il passare degli anni. Questo però, permette ai protagonisti di vivere appieno la loro Sicilia, tra la spiaggetta di Cozzosaraceno e le bellezze di Palermo.

Le pagine del libro scorrono veloci e piacevoli. Si alternano tra ricordi e riscoperte in un finale sperato e inaspettato allo stesso tempo, che regala sorprese e che arriva come in un sogno. Lo stesso in cui Antonio, il vero protagonista, fuggirà per trovare se stesso e quello che la realtà gli aveva tolto.
La dolce penna di Vito Falco sa di vita vissuta e di consapevolezza. La stessa che prova a insegnare durante le sue giornate di lavoro. Un romanzo di formazione dove l’amicizia tra i cinque giovani s’intreccia con le tradizioni siciliane e la musica d’oltreoceano. E si scontra con la prepotenza dei potenti e il decadimento della classe dirigente del paese e dell’isola.

Leggendo le pagine del libro mi è balzata agli occhi la scena finale del film “Perduto amor” di Franco Battiato, dove il filosofo siciliano Manlio Sgalambro, seduto al tavolino di un bar nella splendida cornice di Ragusa Ibla, si lascia andare con un monologo alla conclusione del film: “E quindi è diventato scrittore… Bravo! Ogni tanto tornerà per le vacanze, magari per vedere i suoi, ci criticherà ferocemente perché lui vive nella “civiltà”… Ma una cosa non sa ancora, che questa terra come la Ionia di Eraclito e Anassagora è magica e richiama sempre coloro che le appartengono come se esercitasse un diritto, la legge dell’appartenenza.
E anche per lui un giorno inevitabile il ritorno.
Sarà il clima, la luce, l’aria…
Comunque. Una granita di mandorla!”

A chi legge sembrerà di attraversare le pagine del libro mentre lo scrittore continuerà a  suonare il suo sax che ci accompagnerà per tutto il romanzo. E sarà una musica bellissima che verrà fuori dagli intervalli di terza maggiore

Vito Falco, “Intervalli di terza maggiore”, Rubbettino Editore, 2015


mercoledì 26 agosto 2015

"Questione gender", facciamo un po' di chiarezza



Sui social network impazza la "questione gender" con poca informarzione e tanto populismo. A fare chiarezza ci pensa Don Lorenzo Celi direttore dell'ufficio diocesano di pastorale dell’educazione e della scuola della diocesi di Padova, che precisa quanto segue nel documento in allegato di cui ne suggerisco la lettura.

Tra le altre cose, il documento chiarisce senza filtri che la cosidetta "teoria gender" non c'entra nulla con la proposta di referendum per l'abrogazione della legge sulla "Buona scuola" di cui si sta parlando molto in queste ultime settimane



venerdì 21 agosto 2015

L’ultimo viaggio di Vittorio Casamonica, un film già visto


Vigili urbani, strade bloccate, carrozze, cavalli, rolls royce, petali di rosa da un elicottero e l’immancabile colonna sonora de “il padrino” ad accompagnare l’ultimo viaggio di Vittorio Casamonica. E fuori un manifesto con il volto del defunto in primissimo piano, vestito di bianco e con il crocifisso al collo: “Hai conquistato Roma ora conquisterai il paradiso”. Oltre a un sacerdote che regalava parole di speranza, ovviamente.
È un paese che non conosce vergogna questo e a cui la mafia piace, purtroppo. Fedeli (si fa per dire) che battono le mani in segno d’affetto e gratitudine mentre il resto della Chiesa tace. Ed è giusto dirlo. Purtroppo la Chiesa italiana non è solo quella bella e coraggiosa di Papa Francesco, di don (mi permetterà il Cardinale, Presidente della Caritas Italiana e Padre Sinodale per i lavori del Sinodo sulla Famiglia) Franco Montenegro e del segretario dei vescovi Nunzio Galantino, intervenuto più volte negli ultimi giorni, a ragion di Vangelo, in duro dibattito con la Lega sul caso dei migranti.
Esiste un’altra Chiesa, quella che nel 1979 celebra i funerali di Giacomo Piromalli, storico padrino della ‘ndrangheta, dove erano presenti circa seimila persone, quella di “don” Agostino Coppola che sposa Totò Riina durante la latitanza (e tante altre cose), quella di Oppido Mamertina (ricordate?) dove viene sollevato il caso, dopo trent’anni di inchini di fronte alla casa del boss, solo perché il maresciallo dei carabinieri decide di abbandonare la processione.  Fino all’ultimo saluto di Vito Rizzuto, nel 2013. C’era una bara placcata  in oro ed eravamo in Canada.
E questa è una chiesa anche dei mafiosi, evidentemente. Ne è convinto don Giancarlo Manieri, il parroco che ha celebrato i funerali di Vittorio Casamonica e che probabilmente lo rifarebbe perché come lo stesso sostiene “faccio il mio mestiere”. Come se essere sacerdote fosse un lavoro…Aggiunge: “Non spettava a me bloccare un funerale. L’esponente di un clan è comunque dentro la Chiesa”. E poi: “A me hanno fatto solo vedere un foglietto che diceva che era un cattolico praticante e che lasciava moglie e figli . Di tutto l’ambaradam che c’era fuori non sapevo nulla perché ero già ‘apparato’ per la funzione. C’erano 500 persone fuori. I manifesti sui muri della chiesa? Me l’hanno detto i miei collaboratori, ma li hanno tolti subito. Quello con Vittorio Casamonica vestito da papa? Non ne sapevo nulla”.[1] Ecco, basterebbero queste sue parole per spiegare il male della vicenda e l’ignoranza, che diventa convivenza e che regna dentro parte della chiesa. E a me non va bene. Così come non va bene che un’eucaristia mafiosa in questo paese è stata celebrata e si continui a celebrarla. Che poi, non erano stati scomunicati i mafiosi?
Poi si, bisognerebbe forse capire perché il prefetto di Roma non ha negato i funerali pubblici per questioni di ordine pubblico come di consuetudine e perchè la politica faccia dichiarazioni volte a minimizzare il fatto. Forse la presenza dei vigili urbani potrebbe fornire qualche  risposta. 
La realtà è che questo è e continua ad essere un problema culturale, che la mafiosità è più pericolosa della mafia stessa e che proprio la Chiesa potrebbe fare molto contro le mafie e incidere tanto tantissimo nella coscienza dei propri fedeli, che sono anche cittadini. Gli stessi presenti al funerale del “re di Roma” e che applaudivano al passaggio del feretro. Oppure continuiamo a pensare che beatificando don Pino Puglisi è stato risolto il controverso rapporto tra mafia e Chiesa?
Coincidenza vuole che nello stesso edificio sacro si sarebbero dovuti celebrare i funerali di Pier Giorgio Welby nel 2006 poi negati per decisione del card. Ruini. E gode di un altro “grande” precedente: nella Parrocchia di San Giovanni Bosco infatti, furono celebrati nel 1990 i funerali del criminale Enrico De Pedis. La salma poi tumulata nel Cimitero del Verano, fu traslata due mesi dopo nella cripta della basilica di Sant’Apollinare (in barba al diritto canonico). Almeno fino al 2012 quando fu prima trasferita, cremata e poi le ceneri disperse in mare.
La Chiesa di Papa Francesco non può consentire in nessun modo che avvengano fatti del genere e che si continui a pensare che quello che non è stato concesso a Welby possa essere concesso ai De Pedis, ai Casamonica e a quelli come loro perchè il primo insegnamento del beato palermitano ucciso dalla mafia in odium fidei era proprio quello che le parole devono essere confermate dai fatti.
[1] http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/casamonica-don-giancarlo-manieri-non-potevo-dire-no-2256120/

mercoledì 5 agosto 2015

La felicita della (e nella) propria terra regala speranza

"Alla coraggiosa macchina da scrivere di Salvo Ognibene per aver riesumato nel libro "L'eucaristia mafiosa - La voce dei preti" storie sepolte da una coltre di fango. Storie taciute di omertà, di silenzi, di violenza e mancate condanne nell'antico rapporto tra mafia e alcuni "uomini di chiesa".
La stola di don Peppino Diana, armatura di Papa Francesco ordina ai mafiosi di cambiare vita e ordina alla Chiesa di essere trasparente, giusta, libera. Perchè per la mafia e i suoi seguaci l'inferno è vicino".
Grazie al Preside Girolamo Piazza per aver letto la motivazione del riconoscimento che mi è stato assegnato, a Antonella Borsellino e a chi ha voluto quest'evento dedicato alla memoria e all'impegno di Giuseppe e Paolo Borsellino.
Voi leggete (anche qui), io continuo ad arrossire. 




lunedì 27 luglio 2015

L’alba della legalità, grazie


(foto di Chiara Calasanzio)


Ieri pomeriggio, in attesa di avviarmi verso Santa Margherita di Belice per ricevere il riconoscimento "Il Gattopardo della legalità" (qui i dettagli per chi se lo fosse perso) avevo scritto qualche appunto da riprendere poi a voce alta. Chi mi conosce lo sa, non è mia abitudine e non lo è mai stata quella di "preparmi" qualcosa prima di parlare in pubblico. Non l'ho fatto nemmeno per la discussione della tesi di laurea (ed è stato bellissimo (qui), per intenderci.
Si tratta di un riconoscimento importante, soprattutto per me e per tanti motivi.
A due passi da casa, dalla mia Menfi.

In attesa di salire sul palco, allestito per l'occasione in Piazza Matteotti per "L’alba della legalità", ho ascoltato a cuore aperto le testimonianze riportate, e sono state davvero tante (da Salvatore Inguì, al Sindaco Valenti). C'erano anche Ezio Noto e i Disìu (ci rincontriamo al Dedalo il prossimo week end) Poi le parole di Antonella Borsellino, e di chi l'ha circordata per organizzare al meglio quest'evento dedicato alla memoria e all'impegno dei suoi familiari, Giuseppe e Paolo Borsellino (qui)

Il primo a ricevere il riconoscimento a due passi dal palazzo in cui visse Tomasi di Lampedusa è stato Giuseppe Carini, testimone chiave nel processo contro gli assassini di don Pino Puglisi che ha chiuso il suo intervento citando proprio l'ormai beato parroco di Brancaccio: "Cristo è morto per noi quando noi eravamo suoi nemici". Ed è stato bello abbracciarlo.

Poi il turno dell'imprenditore Gianluca Calì e del Professore Toni Giorgi. Tra i due c'è anche un libro a legarli. Intitolato “Io non pago. La stra-ordinaria storia di Gianluca Calì”, è scritto insieme a Francesca Calandra (e che trovate qui).

Tra i "premiati" anche SCORTA CIVICA PALERMO e la sua fondatrice Linda Grasso e il Procuratore aggiunto di Palermo Vittorio Teresi (con lui e altri illustri relatori abbiamo presentato il mio libro a Palermo lo scorso maggio) che per "motivi singolari" non è riuscito ad essere presente ma che ha fatto sentire la sua voce e che si è impegnato a ritirare il riconoscimento il prima possibile.

Ho stravolto il mio intervento, non ho detto nulla di quello che mi ero "preparato" e forse è giusto così, perchè è difficile rinchiudere le emozioni. E ieri sera ce n'erano davvero tante.

mercoledì 15 luglio 2015

Prossimi appuntamenti: L’Alba della legalità, Dedalo Festival e Sciaccart

Ecco qui i miei prossimi eventi:

Il 26 luglio sarò a Santa Margherita di Belice all"alba della legalità"
Felice e onorato di ricevere il riconoscimento “Gattopardo della Legalità” insieme a
– Gianluca CALì -Imprenditore
– Giuseppe CARINI – Testimone di Giustizia
– Toni GIORGI – Psicologo
– SCORTA CIVICA PALERMO
– Vittorio TERESI – Procuratore aggiunto di Palermo

Il 31 luglio nella splendida cornice del Dedalo Festival a Caltabellotta in una giornata fatta di libri e dedicata a Salvatore Coppola. Con me ci saranno anche Pino Maniaci e Salvo Vitale. Ed è bello ricordarlo così (qui)
Il 5 agosto invece sarò a Sciaccart, nella bella cornice della Badia Grande, nel quartiere di San Miche
le, insieme a Rosaria Cascio alle ore 20:00:
Il ruolo del beato don Pino Puglisi nel rapporto Chiesa – mafia”.



mercoledì 1 luglio 2015

La trasparenza della Chiesa



Quello delle donazioni alla Chiesa è sempre stato un discorso tabù. Impossibile sapere quanto si dona, quanto si riceve. Da chi e perché. Inoltre, per cosa sono utilizzati quei fondi. Chi finanzia certe feste, o la ristrutturazione di una certa chiesa. Certamente il segreto … la discrezione … ma in compenso la Chiesa sarebbe limpida e trasparente.


Di Salvo Ognibene
www.eucaristiamafiosa.it


Lo faceva notare il giornalista Lucio Musolino poche settimane fa durante la presentazione del mio libro ‘L’eucaristia mafiosa – La voce dei preti’ a Lamezia Terme . Oltre lui, era presente uno dei volti più belli della Chiesa di Roma, don Giacomo Panizza. Quella stessa chiesa di Papa Francesco che chiede ai politici argentini (ma è logico pensare che si rivolgesse a tutti e soprattutto quelli italiani) di rendere pubblici i finanziamenti. Oltre l’8 x 1000 s’intende. A proposito, avete sentito che all’ex vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, sono stati sequestrati 3 milioni di euro di beni? Lo stesso è ad oggi indagato per i reati di appropriazione indebita e malversazione di fondi: proprio quelli relativi all’8 x 1000. Ma questa è un'altra storia.


Dicevamo delle offerte ‘determinanti’, ovvero quelle che vengono dai privati, da quelli che finanziano la ristrutturazione della Chiesa, da quelli che finanziano il completamento della facciata, da quelli che finanziano le feste religiose. Soprattutto le feste religiose. Quelle che poi lasciano scaturire eventi e commistioni che poco hanno a che fare con il Vangelo e con la Chiesa dei poveri.
E per un tariffario che esiste, immotivato e senza ragion di Chiesa, probabilmente le offerte ricevute non servono soltanto a pagare le bollette della luce o a donare qualcosa ai bisognosi.
Ma vi immaginereste una Chiesa bella e trasparente che, tra le altre cose, rendesse pubbliche anche gli importi delle donazioni? Certo, se poi si riuscisse anche a fare dei controlli sui donatori (e ricordiamo che in alcuni casi le donazioni consentono al benefattore un risparmio fiscale), e magari iniziare a discernere da chi accettare i soldi e da chi no…
Tutto ciò, unito a diverse buone pratiche per una corretta gestione e amministrazione della Parrocchia  e degli enti economici ecclesiastici sarebbe veramente esempio di una Chiesa attenta e giusta.


Sui rapporti tra mafie e Chiesa l’elemento comune, oltre il consenso, è sempre stato il denaro. Un Dio comune e legato a entrambi. Ma se la Chiesa del gesuita papa Francesco, ha scomunicato (quanto meno a parole) i mafiosi, i soldi di quest’ultimi non possono più essere accettati da questa Chiesa. Altrimenti che senso avrebbe tutto ciò?
Certo, sembrano ancora lontani i tempi per conoscere tutta la verità sullo scandalo del Banco Ambrosiano ma tra elemosine, ‘stipendi’ e bilanci le strutture economiche della Chiesa con una maggiore trasparenza potrebbero rafforzare la propria credibilità di fronte all’opinione pubblica e questo potrebbe dare il là ad una vera riforma dello IOR, sulla scia delle novità che questo papa sta cercando di offrire.
L’arte della retorica la lasciamo alla politica che non è politica, i fatti (si spera) alla Chiesa.

mercoledì 24 giugno 2015

Ultime letture (consigliate)

Il cardinale. Trame, potere e intrallazzi ai tempi di Crescenzio Sepe
Gran bel libro (lo trovate qui) quello di Arnaldo Capezzuto.
Preciso e puntuale racconta le "avventure" dell'Arcivescovo di Napoli.
Dalla sua formazione alle raccomandazioni. Dal Cardinale superstar (a cui è stata intestata l'aula consiliare del suo comune di nascita) al lavoro nero in curia (ricordate il servizio de Le Iene?) fino alla vicenda del consorzio "Eco 4".
C'è molto di più e Arnaldo lo racconta con il suo solito fare, quello del cronista di razza che non si nasconde e che ci mette la faccia.

"Anche se tutti, io no. La Chiesa e l'impegno per la giustizia"

Un titolo importante, una citazione che è storia.
Come quella dell'autore del libro (qui) edito da Laterza, Padre Giovanni Ladiana (in coll. con V. Prisciandaro).
Le pagine del libro si dividono tra l'impegno della sua vita e la bellezza dell'amore.
Mi ha dato un "baceffone" prima che iniziasse il dibattito a Trame, un forte abbraccio dopo.  E le sue mani e la sua forza hanno lasciato il segno. 

LAUDATO SI’
Un'enciclica importate. La prima di Papa Francesco
Si può scaricare da qui. Gratis, come l'amore di questo Papa.

Il caso non è chiuso. La verità sull'omicidio Siani 
Paolo Roberto l'ho conosciuto a Trame Festival. Lì dove si respira una bella aria.
Raccontava il suo libro e di come e perché la Procura di Napoli ha riaperto le indagini sull'omicidio di Giancarlo Siani dopo la pubblicazioni della sua inchiesta. Il libro (qui) non l'ho ancora letto ma è da leggere il prima possibile soprattutto perché l'autore intende mettere a disposizione della rete e dei cittadini i documenti da cui è partita la sua inchiesta che ha portato a riaprire le indagini sulla morte del giornalista - giornalista di Napoli. E già questo basterebbe per comprarlo, qualora servissero altri motivi.

mercoledì 17 giugno 2015

Ci vediamo a Trame?

20 Giugno, Lamezia Terme, alla quinta edizione del festival dei libri sulle mafie, Trame, diretta da Gaetano Savatteri.

Ore 20:30 Piazzetta San Domenico
Missionari in terra di mafia
Giovanni Ladiana, Salvo Ognibene ne parlano con Manuela Iatì (Sky TG24)
Giovanni Ladiana, Anche se tutti, io no. La Chiesa e l’impegno per la giustizia, Laterza Edizioni
Salvo Ognibene, L’eucaristia mafiosa, Navarra Editore

mercoledì 10 giugno 2015

La XX edizione di Inycon dal 19 al 21 giugno





Menfi (leggi qui per saperne di più) ed Inycon, una festa lunga vent'anni.


Inycon, la più antica manifestazione siciliana dedicata al vino, quest’anno celebra il suo ventennale. Da venerdì 19 a domenica 21 giugno a Menfi andrà in scena un week end alla scoperta del mondo di Bacco tra sorsi sotto le stelle, mostre e momenti di approfondimento all’insegna del vino di qualità, vero protagonista di un territorio incantevole. La manifestazione è promossa dal Comune di Menfi in collaborazione con l’associazione Si.S.Te.Ma. Vino, la Strada del vino Terre Sicane e Settesoli.
A Menfi quest’anno sbarca un grande ospite internazionale, lo chef ‘celebrity’ Joey Campanaro da New York che proporrà ogni giorno le sue specialità, abbinate ad una selezione di etichette delle Terre Sicane nell'ambito dei Food and wine tasting, in programma ogni sera alle ore 20.30 in piazza Vittorio Emanuele III. Ogni sera i visitatori della manifestazione potranno assaggiare gratuitamente le sue ricette, raccontate dal duo di Decanter, Fede & Tinto, abbinate ad etichette delle Terre Sicane, degustate con il commento tecnico di Massimo Lanza, giornalista del Gambero Rosso in Sicilia. Ogni sera, al tramonto del sole, i caratteristici e antichi cortili di via della Vittoria apriranno le porte ai visitatori offrendo in degustazione le migliori etichette del territorio in un percorso multisensoriale tra i sapori e i colori di un territorio unico, ospitando performance artistiche, danza, musica e spettacoli. Il costo del ticket per le degustazioni è di 5 euro e dà diritto ad un calice di vino, 1 tracolla e 3 degustazioni di vino. Ogni giorno, per i visitatori, la possibilità di andare alla scoperta delle cantine del territorio con le passeggiate a cavallo tra i vigneti, mentre domenica alle ore 8:30 il bike tour tra le cantine della Strada del vino Terre Sicane, con momenti di degustazione. Sabato mattina alle ore 10 in via Inico l’intitolazione di un piazzale a Luigi Veronelli nell’ambito del percorso di GeniusLoci De.Co., ideato dalla Libera Università rurale dei saperi & dei sapori onlus e, alle ore 11 a Casa Planeta “Alla ricerca del cibo perduto”: Gaetano Basile, Filippo Drago, Carolina Planeta e Giuseppe Bivona si confrontano sui cibi della tradizione locale.

Anche quest'anno ad Inycon tornano i "Dialoghi del vino” : grandi autori presentano i loro libri più “gustosi”, intervistati dal giornalista Giacomo Pilati, in abbinamento ai vini del territorio. Ogni pomeriggio alle ore 18 l’appuntamento è a Casa Planeta con Clara e Gigi Padovani che presenteranno “Street food all’italiana” (Editore Giunti), Catena Fiorello e il suo “Un padre è un padre” (Rizzoli) e Mario Giordano, direttore del Tg4, che presenterà “Pescecani. Quelli che si riempiono le tasche alle spalle del paese che affonda” (Mondadori). L’expo village offrirà la possibilità di assaggiare le eccellenze agroalimentari locali e ammirare le creazioni di artigianato del comprensorio, mentre all’olio, l’oro verde menfitano, sarà dedicato uno spazio in via Calogero Ognibene, aperto ai visitatori ogni sera, dalle ore 20 alle 24. Chiudono il programma della rassegna gli spettacoli del Live show, tutti gratuiti, in piazza Vittorio Emanuel. Venerdì spazio al jazz, alla danza e a tre talenti di “Amici”, Silvia Boreale, Paola Marotta e Francesca Miola. Sabato si balla con l’allegria di Roy Paci e gli Aretuska, mentre domenica “Menfishine”, lo spettacolo di Francesco Bondì dedicato a Menfi città che si rinnova sulla grande fonte. Gran chiusura con lo spettacolo piromusicale “Happy 20th Inycon”. I vent’anni di storia della manifestazione sono diventati anche un video-documentario, “20 di festa”, realizzato dall’agenzia Talìa che ha firmato anche lo spot video di Inycon che su Youtube sta raggiungendo un boom di visualizzazioni. 

mercoledì 3 giugno 2015

Leggiamo un po'?

"Oro bianco" (ed. Mondadori) di Antonio Nicaso e Nicola Gratteri.
Un viaggio all'interno dei mondo e dei traffici della cocaina che ci regala consapevolezza e crea coscienza. Un viaggio che parte dal sud America e passa attraverso il nord del continente americano, l'Australia, l'Africa e l'Europa prima di giungere in Calabria.

"Periferie - Terre forti" di Gato Alessi e Massimo Manzoli. Sapevo da tempo di questo lavoro, di com'è nato. In modo naturale e vero così come lo sono i due autori che ci raccontano uno spaccato dell'Italia che resiste.
Da "Librino" a "Le Piagge". Dalla Val di Susa al "gigante buono", Gaetano Saffioti.
Il libro è autoprodutto. Per acquistarlo mandate una mail a adest1@libero.it

"Io pretendo la mia felicitá (ho pagato tanto e adesso me la merito)" (Navarra editore) a cura di Rosaria Cascio.
È possibile un rapporto diverso tra alunno e insegnante? Un libro che è un modello da seguire dove i protagonisti sono gli studenti che hanno scritto questo libro sotto l'occhio vigile di una dolce e ferma insegnante di Lettere cresciuta con gli insegnamenti di don Pino Puglisi. A proposito di buona scuola.

"Cerco solo di capire" (Aracne editrice) a cura di Rita Torti.
Un libro - intervista a Giancarla Codrignani, "la pacifista".
La bellezza della sua vita tra le pagine di questo regalo che Giancarla ha fatto a chi vuole leggere e conoscere la sua storia. Che é un pezzo di bella Italia.
E come scrive Romano Prodi nella sua prefazione "Cominciate quindi presto la lettura, prima che il “tè” si raffreddi".

"Il Postino di Neruda", di Antonio Skàrmeta
In realtà l'ho riletto. E non c'é molto altro da aggiungere.

mercoledì 27 maggio 2015

Memoria e impegno, la Chiesa faccia di più per i suoi preti dimenticati

Di Salvo Ognibene


Non sono solo don Pino Puglisi e don Giuseppe Diana i preti uccisi dalle mafie. L’elenco, purtroppo, é molto più lungo: da Costantino Stella e don Filippo Di Forti alle straordinarie figure di don Antonio Polimeni e don Giorgio Fallara portate alla luce grazie a Antonio Nicaso e Nicola Gratteri nel loro libro “Acqua santissima. Storia di rapporti tra Chiesa e ’ndrangheta”.
Storie di preti e uomini “dimenticati”. Alcuni di questi sono ricordati nella  rassegna di Umberto Santino intitolata “Sicilia 102. Caduti nella lotta contro la mafia per la democrazia dal 1893 al 1994”. Alcuni di questi ebbero la “sola colpa” di ascoltare l’invito di Leone XIII ad uscire fuori dalla sagrestia. Erano i cosiddetti preti “sociali”, da cui la Chiesa, ancora oggi, dovrebbe prenderne esempio.
Ricordare per conoscere e per fare della memoria impegno, con la speranza che la Chiesa di Roma stia sempre un po’ più vicina a quei preti come don Giacomo Panizza, don Maurizio Patriciello, come Papa Francesco. Così che il vescovo di Roma da questi incoraggiamenti possa trarre la forza necessaria per trasformare parole e buoni intenti in fatti concreti per dare vita a un vero e auspicato cambiamento. 
La beatificazione di don Pino Puglisi e la recente proposta per istituire il processo di beatificazione per don Giuseppe Diana, entrambi per odium fidei (uccisi in odio alla fede) vanno in questa direzione ma ciò non basta. Anzi, la creazione di una martirologia mafiosa, non fa altro che aumentare la responsabilità e l’attenzione nei confronti della Chiesa di Roma, perché di "santini" e “figurine” di certo non abbiamo bisogno. Quello di cui necessita, il popolo dei fedeli e non solo, è una testimonianza forte e credibile di questi uomini di Dio. Accanto ai due preti uccisi negli anni ‘90, non vanno quindi dimenticati coloro che hanno perso la vita contro le mafie, facendo del Cristianesimo e del Cattolicesimo in particolar modo, una ragione di vita talmente aulica e giusta che non può finire nel dimenticatoio e rimanere in un passato senza memoria.

mercoledì 20 maggio 2015

Sara e Salvo

Fatevi un regalo (aggratis e con il cuore).
Scaricate questo racconto di Maria Cristina Saro', leggetevelo e innamoratevi perchè l'impegno contro la mafia é un bacio che non ha fine

"È maggio. È il 1992. Salvo e Sara si rincorrono dentro una Palermo pronta ad esplodere come un bacio che fa male. È il 22 maggio, la strage di Capaci, le strade sono piene di gelsomino e di pianto. È l’attimo della bomba e della bocca di due picciriddi che scoprono l’amore dentro l’orrore. Salvo e Sara si baciano da Maggio a Luglio, e di nuovo la loro città in via D’Amelio esplode d’orrore e di lacrime. Si aggrappano l’uno all’altro come i rami del gelsomino ad un muro umano di pianto.
Salvo e Sara si rincorrono dentro Palermo e si baciano pur di non piangere. Decidono di diventare grandi, lasciano alle spalle la paura e si promettono ogni bene".

domenica 10 maggio 2015

La Scuola Holden a Menfi


L'Istituzione Culturale "Federico II" di Menfi, in collaborazione con la Scuola HOLDEN (fondata da Alessandro Baricco che è anche il preside) 'Storytelling & Performing Arts' selezionano 25 partecipanti per il laboratorio di scrittura gratuito "Scrivere un racconto".

Il Corso si terrà nei locali dell'istituzione in Via C. Ognibene n. 4 in Menfi, dal 22 al 24 maggio 2015, ed è rivolto a giovani e meno giovani di età compresa tra i 16 e gli anta. 
Per la selezione è necessario inviare domanda di presentazione e motivazione entro il 13 maggio 2015 all'indirizzo e-mail: istruzione@comune.menfi.ag.it