"La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico.
La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare".
Piero Calamandrei

martedì 29 ottobre 2013

Menfi: impianti di telefonia mobile e democrazia


Richiesta di autorizzazione per la realizzazione di un impianto di telefonia mobile WIND nel Comune di Menfi, in C.da Madonna Della Nova
 

Ieri sera 28 ottobre 2013 si è svolta la seduta del Consiglio Comunale Aperto per discutere con i cittadini in ordine alla richiesta di autorizzazione per la realizzazione di un impianto di telefonia mobile Wind in contrada Madonna della Nova...il Sindaco Enzo Lotà, con fermezza e decisione, ha rappresentato la volontà dell'amministrazione attiva di porre in essere ogni iniziativa di legge finalizzata ad evitare incondizionate installazioni di antenne di telefonia mobile nel territorio comunale, comunicando ai cittadini che già in data 25/10/2013 si è provveduto a disporre l'immediata sospensione cautelativa dei lavori....il Consiglio Comunale, dopo avere ascoltato l'opinione dei cittadini e ravvisata l'unanime contrarietà, è proseguito in seduta ordinaria e, dopo ampio dibattito, ha approvato un ordine del giorno proposto dal Presidente del Consiglio Comunale Vito Clemente finalizzato ad 
1) Impegnare il Sindaco e la Giunta ad adottare, oltre la sospensione cautelativa dei lavori di cui all’ordinanza del 25/10/2013, ogni eventuale ulteriore iniziativa di legge per impedire la realizzazione dei lavori e, dopo avere acquisito dalla stessa società studi preventivi in ordine alla copertura di rete, individuare altri siti compatibili di proprietà comunale, al di fuori del centro urbano, avendo cura, attraverso gli studi tecnici di settore, di minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici....inoltre l'ordine del giorno approvato 
2) impegna gli Uffici competenti a:... 
a) accelerare il procedimento per proporre al Consiglio Comunale la modifica e l’aggiornamento del regolamento per l’installazione di impianti di telefonia mobile, al fine di adeguarlo alle nuove norme in materia e a quanto stabilito dalla giurisprudenza, accompagnato da un adeguato studio tecnico, da trasmettere per la relativa approvazione entro 30 giorni, anche alla luce della sentenza del CGA n. 735 del 27/08/2013;.... 
b) chiedere a tutti i soggetti gestori di predisporre opportuni studi preventivi, individuando, attraverso le mappe di copertura di rete, siti compatibili di proprietà comunale, al di fuori del centro urbano, da allegare al regolamento, per eventuali nuove istallazioni con l’obiettivo di minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici;... 
c) individuare i siti ritenuti sensibili nel territorio comunale, da allegare allo stesso regolamento,... 
d) chiedere ai soggetti gestori la predisposizione di un piano di riassetto con modifiche, adeguamenti, delocalizzazioni degli impianti esistenti... 
e) attenersi a tutti gli indirizzi del regolamento attualmente in vigore ed in particolare: all’art. 1/bis, relativo a tempi e forme per le autorizzazioni, avendo cura di evitare il formarsi del silenzio assenso, all’art. 6, relativo ai pareri dell’Osservatorio Comunale Permanente, all’art. 7/bis, relativo alla trasparenza e alle comunicazioni ai consiglieri comunali e ai cittadini.

mercoledì 23 ottobre 2013

L’editore con la “coppola”, e non solo


Di Salvo Ognibene

Coppola in testa e trinciato sempre pronto.
Riconoscibile a distanza da quel sorriso “tagliato, siculo, quasi mai pieno” e dai tanti libri al seguito. Salvatore, “licchia” per gli amici, è uno di quei personaggi classici della Sicilia.
Classico nel senso vero del termine, uno di quelli che quest’isola “bellissima e disgraziata” se la porta dentro, classico come lo raffigurerebbe Verga o Pirandello. Un pezzo di Sicilia antica.

Lo incontro a Caltabellotta, città della pace, a 1000 metri d’altezza.
Adagiata sul Kratas, nei Monti Sicani, è una delle città più antiche della Sicilia.
Lì dove ebbe fine la guerra dei Vespri Siciliani.  E’ qui che fa tappa il suo viaggio.
Per poi ripartire come sempre.

Mi racconta degli anni del ginnasio: “c’erano due gruppi, in particolare, negli anni ‘60, all’epoca dei Beatles e dei Rolling Stones: i Chirotteri e gli Apache. Un compagno di classe organizzò “addio vacanze” così tappezzai tutte le pareti del teatro don Bosco di libri. Uscito dal liceo classico, a Palermo c’era un annuncio in una libreria, cercasi garzone. Mi sono fatto avanti.
Quello che guadagnavo lo spendevo in libri. Poi ho lavorato, per quasi vent’anni, come rappresentante di libri di scuola”. Da qui inizia il suo viaggio da editore.

Un suo amico di Trapani aveva scritto un libro sui “sesi di Pantelleria”, sulle tombe neolitiche.
Mi disse: lo pubblichiamo? E lo abbiamo fatto”.
 Da lì altri libri. Uno su Erice, uno sulla settimana santa, sui misteri a trapani e provincia.

La casa editrice Coppola nasce a Trapani nel 1984 per iniziativa dello stesso, poco dopo abbandona tutto e vive per 10 anni tra Parigi e Trapani. Non appena torna, riprende a fare il rappresentante di libri per poi dedicarsi nuovamente all’attività editoriale.

1998. Nuovo logo, nuova stampante digitale. Primo restyling.
Il vero viaggio di Coppola editore inizia da qui: volumi di qualità, lo sguardo attento sul territorio, valorizzazione degli scrittori contemporanei, promozione delle opere prime, nessuna concessione alle mode editoriali.

Da qui nascono “ciao Mauro”, di Salvatore Mugno e “Le siciliane” di Giacomo Pilati.
Da qui nascono le collane “accolltati un libro” e quella celebre de i “pizzini”.

Questi ultimi, nati subito dopo la cattura del boss Bernardo Provenzano, sono diventati uno strumento straordinario di comunicazione fra gli operatori della legalità: società civile, volontariato e tutti gli altri protagonisti del mezzogiorno onesto e laborioso. 

Grazie alla confezione con dorsi metallici (bloc-notes) ed un laccetto di cuoio possono essere “indossati” come una vera e propria collana e leggibili nelle situazioni più disparate (in tram, metro, passeggiando). Lascia dei fogli bianchi alla fine, senza scrittura, in modo che, chi li legge,  potesse scrivere le sue emozioni o quello che gli pareva o addirittura prendere appunti.
Un’idea facile ed economica e la metà del ricavato donato ad associazioni antimafia per finanziare le loro attività o semplicemente sostenerli.
 “Ogni figateddu di musca fa sustanza” si dice in questa terra. Ogni  piccola somma può essere utile.
Bisogna riciclare la mafia, pulire le loro parole, eliminare quel minimo comune denominatore di Sicilia terra di mafia. E nel 2006, dopo la cattura di Provenzano, quei pezzi di carta trovati nel covo a montagna dei cavalli, fecero il giro del mondo.
Tutti parlavano dei “pizzini” di Provenzano.
Pizzini” come sinonimo di mafia, di bombe, di assassini,  di richieste di pizzo.
E’ così che nasce l’idea. Adesso sono quasi 50 i “pizzini” che fanno il giro del mondo.
All’interno una storia, una testimonianza, una denuncia.
Da Zu Pì, a Rita Atria. Da Telejato a Pippo Fava.

Una casa editrice che oltre all’indipendenza si è caratterizzata per la particolare linea editoriale:
“pubblicai all’inizio dei libri di cucina, di ricette siciliane. Feci un formato con dei buchi tipo block notes. All’epoca avevamo con mio fratello un officina di pelletteria e facevamo anche le cinture. Quando si tagliano con la macchina restano dei fili di cuoio, così ho pensato di lasciare libero l ultimo buco per farci passare questo laccetto per metterlo al collo.
Così dopo aver letto gli ingredienti lo si può  lasciare cadere e tranquillamente continuare a cucinare”.

Punto di riferimento per Trapani e provincia, piano piano ha cercato ad espandersi personalmente ed in modo indipendente, creando una rete di “fiancheggiatori”, di librerie, in Sicilia, che vendessero i suoi libri. Un percorso itinerante: “difficilmente pubblico qualcosa che non conosco e di gente inesperta. Tranne rari casi e piccoli contributi
Pubblica a spese sue e questo gli permette di essere indipendente.
Un indipendenza che costa sacrifici e bisogna approfittare dei periodi migliori per “sbarcare il lunario”.

Una vita fatta di libri. Legge di tutto ma preferisce saggistica e romanzi del passato.
Non leggo quelli attuali perchè sono molti influenzati dalla pubblicità. Leggo Pirandello per esempio perché penso che noi siciliani quando scriviamo o quando agiamo abbiamo tutti qualcosa di pirandelliano”.

Tra gli ultimi progetti editoriali “La mia voce contro la mafia”: “un libro nato quasi per caso su cui puntiamo molto. Ho incontrato Pippo Giordano il 19 luglio 2012 a Palermo, Denise invece è una mia “vecchia” promessa”.

Per raccontare il suo viaggio, non basterà quest’articolo, ci vorrebbe un libro. Chissà.

mercoledì 16 ottobre 2013

Il partito per noi era lo scopo, non il mezzo




Quanti di voi sanno realmente come funzionano i meccanismi di selezione della classe dirigente ad opera dei partiti? A questa domanda Roberto Lucarella e Ludovico  Rossi ci rispondono in “Così giovane e già così moderato”.
Un romanzo unico nel suo genere. Del resto chi fa politica attiva sa cosa si cela dietro l'organizzazione di un  partito, le correnti, le promozioni, i meriti.

Andrea, il protagonista del libro, ci racconta la sua scalata nel partito, la passione per la politica, i sacrifici e le difficoltà affrontate tra gli studi, la vita di fuori sede ed i meccanismi che lo circondano. In fondo è sempre così, chi fa politica entra a far parte di un gioco.
Le tessere, le feste, i sorrisini e le condivisioni quotidiane con i compagni per “le tante battaglie politiche portate avanti insieme”.
“Così giovane e già così moderato”è una denuncia, un grido da parte di un giovane che si vede costretto a rinunciare alla sua età per fare cose da “grandi”. E poi gli amici che non capiscono, il “ma chi te lo fa fare”, le campagne elettorali dove non è possibile mancare a eventi e assemblee, e cene per pochi dove si decide la linea da seguire. La politica di partito è soprattutto questa, i dibattiti televisivi, l'amministrazione della cosa pubblica è solo la facciata di un palazzo (bello o brutto che sia) dove non si sa quel che succede tra gli inquilini.

Il partito per noi era lo scopo, non il mezzo. Per questo avevamo dei grandi dirigenti”, Andrea ci racconta quanto è difficile far carriera nei partiti ed in particolar modo in “quel” partito che non viene mai citato nel libro ma che ad un attenta lettura è facile intuire. Ci racconta di come l'associazionismo  universitario ed il collegamento con la giovanile siano contenitori da riempire per essere più forti ai congressi e sedere nei posti che contano. Andrea è un giovane fuori sede che inizia a far politica quasi per scherzo  e che, nel giro di poco tempo si ritrova con una spilla al petto ed una “poltrona” importante.
La politica è una bella cosa e forse proprio per questo è necessario leggere questo romanzo, soprattutto per i giovani, affinchè non diventino così “moderati” da invidiare la nostra vecchia classe dirigente. La gerontocrazia  in Italia non è certo qualcosa di nuovo ma forse ci sono giovani che sono già vecchi dentro e sono destinati ad invecchiare quando rappresentano il futuro (mai il presente) di questo paese.

mercoledì 9 ottobre 2013

Da Rimini a Piacenza, una rete antimafiosa tiene unita l’Emilia Romagna



L’Emilia-Romagna è quella regione che va da Rimini a Piacenza, una regione da sempre multiculturale con in testa il suo capoluogo, Bologna. E’ qui che dagli anni ’50 in poi, sono stati portati a “svernare”, boss del calibro di Procopio Di Maggio e Tano Badalamenti, è da qui che parte tutto, il resto è storia dei giorni nostri: otto mafie straniere radicate, con la ‘ndrangheta e le altre organizzazioni criminali “autoctone”, cosa nostra e camorra in particolare, a comandare tutto.
Pippo Fava la definiva la più grande “lavanderia” d’Italia ma sono occorsi più di trent’anni affinchè politica, istituzioni e gente comune iniziassero ad occuparsi realmente del fenomeno criminale e mafioso in una delle regione più ricche d’Italia.
E’ stato “necessario”, tra le altre cose, che un giornalista venisse minacciato di morte (Giovanni Tizianqui la sua storia ) e che degli studenti (coordinati da Gaetano Alessi, Premio Fava giovani 2011) in collaborazione con l’Università di Bologna, scrivessero due dossier (puro volontariato ovviamente, Scaricali qui ).


Qui il mensile di DIECI e VENTICINQUE sulla rete antimafia in E-r

Le mafie in Emilia-Romagna si sono radicate ma questa è una regione che è riuscita anche a farsi, in parte, dei buoni anticorpi. Esiste una rete di associazioni totalmente libere che all’interno dei loro manifesti hanno messo in chiaro una cosa: “La mafia è una montagna di merda”.
Addirittura l’Università di Bologna, grazie, soprattutto, all’impegno e alla dedizione della Prof.ssa Stefania Pellegrini, ha istituito un corso, “mafie e Antimafia”; un vero e proprio insegnamento a scelta dello studente ed ha dato vita al primo Master annuale in gestione e riutilizzo di beni e aziende confiscati alle mafie, intitolato a Pio La Torre. www.mafieeantimafia.it
beni confiscati ad oggi sono 112, con buona parte a Bologna e in provincia, e almeno l’8,6 % tra commercianti e imprenditori è coinvolta in attività di prestiti a strozzo.

Una terra non di mafie ma per le mafie e parlare organizzazioni criminali in Emilia-Romagna vuol dire, soprattutto, parlare di grande economia. Significa parlare di un fatturato annuo di 20 miliardi di euro, quasi il 10 % rispetto a quello di tutta Italia
Una regione, l’Emilia-Romagna, prima in Italia per i lavoratori “in nero” e seconda sul fronte dei lavoratori irregolari: sono rispettivamente 7.849 e 16.586. (leggi qui il resto del dossier)
Il 30% delle imprese di autotrasporti (2.599 su 9.083) non risultano proprietarie di nessun veicolo, mentre circa 900 imprese risultano “non titolate a poter svolgere questa attività”. Un settore, quello del trasporto merci, spartito soprattutto tra ‘ndranghetisti e casalesi.
A Reggio Emilia gli incendi dolosi  “da novembre sono stati oltre 301” dice Elia Minari, del giornale studentesco Cortocircuito di Reggio Emilia  che lo scorso 30 luglio, dopo l’ennesimo incendio in un cantiere, si è recato sul posto insieme agli altri giovani cronisti per fare qualche domanda. Risultato? Minacciati e cacciati e le loro attrezzature prese a manate.
Un processo di radicamento lento e costante, silenzioso, che ha portato singoli, associazioni ed enti pubblici ad occuparsi del fenomeno direttamente.
La regione Emilia-Romagna, tra le varie attività di contrasto alle organizzazioni criminali e l’ultima legge sul gioco d’azzardo ha costruito, il progetto “Concittadini”, un percorso mirato a diffondere la cultura della legalità tra memoria e informazione.

Una regione, questa, dove si è formata una piccola rete di singoli e associazioni che collaborano, si scambiano le informazioni, fanno inchieste, vanno nelle scuole a raccontare le mafie.
Da Rimini a Piacenza, dicevamo, dal Gruppo Antimafia Pio La Torre a 100 x100 inmovimento, dalla Rete Noname al Presidio Universitario di Libera, dal Gruppo dello Zuccherificio ai progetti di Caracò editore.
Una casa editrice di impegno civile dislocata tra Napoli e Bologna e che proprio qui, grazie a dei percorsi di informazione e teatro riesce a far raccontare ai ragazzi cosa sono le mafie e come operano. Dalla prostituzione allo spaccio di droga, dall’edilizia al riciclaggio. Questo e tanto altro racconteranno, Alessandro Gallo e Giulia Di Girolamo, nel loro libro.

L’antimafia n Emilia-Romagna non è soltanto quella che si oppone alle mafie, quella fatta da giovani e associazioni che stimolano comunità e istituzioni, è gioia di vivere, è una forte presa di posizione per provare a essere “militanti, attori, non spettatori”.


mercoledì 2 ottobre 2013

Piacenza, 11 ottobre: La Resistenza dell'antimafia sociale

TESTIMONI IN MOVIMENTO. La Resistenza dell'antimafia sociale.

Ospite d'onore Salvatore Borsellino.
Partendo dalle testimonianze del libro "DOVE ERAVAMO. Vent'anni dopo Capaci e via D'Amelio" edito da Caracò e curato da Massimiliano Perna, testimonianze e dibattito sulla situazione attuale dell'antimafia sociale.


La serata sarà trasmessa in streaming dalla testata online Piacenzasera.it e ci collegheremo in videoconferenza con il collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura.
Interverranno:
-Salvatore BORSELLINO
-I.m.d.
-Pino Maniaci
-Giulio Cavalli 
-Alessandro Gallo
-Massimiliano Perna
-Salvo Ognibene
MODERA LA SERATA GIORGIO LAMBRI, DEL QUOTIDIANO DI PIACENZA "LIBERTA' "
INGRESSO LIBERO
Al termine della serata aperitivo insieme.
Piacenza Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano Via S.Eufemia, 12