Un libro che sa
di Sicilia e che lascia respirare buona musica. Animata e dai giusti ritmi che
riporta al passato oramai divenuto presente. Senza troppa nostalgia ma con un
pizzico di rammarico per aver fatto qualcosa di troppo, o troppo poco.
Le pagine del
libro scorrono veloci e piacevoli. Si alternano tra ricordi e riscoperte in un
finale sperato e inaspettato allo stesso tempo, che regala sorprese e che arriva
come in un sogno. Lo stesso in cui Antonio, il vero protagonista, fuggirà per
trovare se stesso e quello che la realtà gli aveva tolto.
La dolce penna
di Vito Falco sa di vita vissuta e di consapevolezza. La stessa che prova a
insegnare durante le sue giornate di lavoro. Un romanzo di formazione dove
l’amicizia tra i cinque giovani s’intreccia con le tradizioni siciliane e la
musica d’oltreoceano. E si scontra con la prepotenza dei potenti e il decadimento
della classe dirigente del paese e dell’isola.
Leggendo le
pagine del libro mi è balzata agli occhi la scena finale del film “Perduto amor”
di Franco Battiato, dove il filosofo siciliano Manlio Sgalambro, seduto al
tavolino di un bar nella splendida cornice di Ragusa Ibla, si lascia andare con
un monologo alla conclusione del film: “E quindi è
diventato scrittore… Bravo! Ogni tanto tornerà per le vacanze, magari per
vedere i suoi, ci criticherà ferocemente perché lui vive nella “civiltà”… Ma
una cosa non sa ancora, che questa terra come la Ionia di Eraclito e
Anassagora è magica e richiama sempre coloro che le appartengono come
se esercitasse un diritto, la legge dell’appartenenza.
E anche per lui un giorno inevitabile il ritorno.
Sarà il clima, la luce, l’aria…
Comunque. Una granita di mandorla!”
E anche per lui un giorno inevitabile il ritorno.
Sarà il clima, la luce, l’aria…
Comunque. Una granita di mandorla!”
A chi legge
sembrerà di attraversare le pagine del libro mentre lo scrittore continuerà
a suonare il suo sax che ci accompagnerà
per tutto il romanzo. E sarà una musica bellissima che verrà fuori dagli intervalli
di terza maggiore
Vito Falco, “Intervalli
di terza maggiore”, Rubbettino Editore, 2015
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