"La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico.
La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare".
Piero Calamandrei

mercoledì 12 ottobre 2011

Cosa succede a Palermo?




Palermo, 19 settembre 2011, la direzione regionale siciliana del Pd viene sospesa dal segretario Giuseppe Lupo invitando chi non fa parte dell’organismo politico a uscire dalla sala dell’hotel dove è in corso la riunione.

Perché?

Perché Beppe Arnone, esponente del Pd Agrigentino è stato al centro di uno scontro fisico con il Senatore Vladimiro Crisafulli (Pd) ( lo stesso che andava al congresso provinciale della CGIL di Enna , in compagnia dell'avvocato Raffaele Bevilaqua, già indagato per mafia e successivamente condannato come boss mafioso di Enna, Crisafulli «si fa baciare sulle guance [...] e con lui discute a lungo di appalti, assunzioni, raccomandazioni e favori vari»).

Il Sen. Enzo Bianco (Pd) durante il suo intervento ha richiamato il partito ai valori legalitari e antimafiosi provocando l’ira e la reazione di Arnone (Pd) che gli ha urlato: “Zitto tu, che stai con Crisafulli”.

Vladimiro Crisafulli, chiamato in causa si è avvicinato ad Arnone, i due hanno iniziato a spingersi e dopo essere stati divisi lo stesso Crisafulli ha chiesto l’allontanamento dalla sala di Arnone, che ha replicato: “Da qui non mi muovo, chiamate pure i carabinieri. Se c’è uno che deve uscire quello sei tu, no io che mi batto contro la mafia”.

Bel siparietto vero? Peccato che rappresenta in toto quello che sta accadendo a Palermo.

A maggio i palermitani dovranno consegnare le chiavi di Palazzo delle Aquile al nuovo Sindaco, sicuramente non a Cammarata ( è alla fine del secondo mandato e non può ricandidarsi), ed all’orizzonte non si vede ancora uno schieramento politico.

Non è che non si vede uno schieramento politico convincente, è che proprio non esiste.

Né da un lato, nè dall’altro e nemmeno al centro.

Nel Pd c’è la linea di Cracolici (presidente del gruppo PD all’Ars che sostiene Lombardo) “Alla Regione dobbiamo dare vita a un accordo politico per costruire una maggioranza che si presenti unita già alle amministrative”, quella di Bianco (Senatore Pd) “come fa un partito come il Pd a continuare a sostenere una giunta come quella di Lombardo? In Sicilia stiamo raccogliendo le firme per indire, fra iscritti e militanti, un referendum contro la giunta regionale di Raffaele Lombardo e nel mezzo quella di Lupo (Segretario Regionale Pd) “dobbiamo riempire di contenuti l’alleanza politico-elettorale col Terzo polo e le forze progressiste che condivideranno il progetto e primarie entro dicembre per la scelta dei candidati alle prossime amministrative”.

L’ex parlamentare Titti De Simone con il movimento "Per Palermo è ora" è riuscita a fissare la data delle primarie al 29 gennaio, facendo sedere attorno ad un tavolo i partiti e i movimenti del centrosinistra.

“Non dobbiamo riconsegnare la città al centrodestra, ma nemmeno metterla nelle mani di Raffaele Lombardo e di una classe politica, quella dell’Udc siciliano che non può certo rappresentare quella discontinuità oggi necessaria”.

L’Italia dei Valori con l’ex Sindaco Leoluca Orlando attende alla finestra "Non sono interessato a sedermi a un tavolo col Pd se non lascia Lombardo. Vuole fare le primarie? Se le faccia, con Lombardo. Saranno diverse da quelle che farò io".

Ah! Per quanto riguarda il centrodestra evito i commenti, è sempre la solita minestra.

Da troppi anni governano questa Sicilia con i vari Cuffaro, Lombardo, Cammarata, Miccichè.

La doppia morale del Pd a me non sta bene e allora che ben venga un “quarto polo” composto da Idv, Sel e Fds. La Sicilia è sempre stata un laboratorio politico e spesso si è anticipata la linea dei partiti e delle coalizioni a livello nazionale.

Lasciamo pure al Pd il cerino in mano e diamo fiducia ai palermitani onesti, il fenomeno De Magistris può e deve ripetersi, poco importa se si chiamerà , Alfano, Orlando o Spallitta.

Le elezioni si vincono con le idee, con i valori, con dei progetti validi per la città.

Anche a Palermo.

2 commenti:

  1. Le elezioni non si vincono, le elezioni si abbracciano, si squotono, si corteggiano. Non è una guerra, ma una presa di coscienza...chi fa politica deve amare lottando, esulando dal concetto di "vittoria" che è proprio di una natura belligerante. Se si riuscisse a fare questo, si riuscirebbe a determinare i caratteri fondanti dell'equità.

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  2. Le elezioni si vincono con i voti...

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