"La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico.
La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare".
Piero Calamandrei

mercoledì 4 gennaio 2012

A che serve vivere, se non c'è il coraggio di lottare?


I quattro cavalieri dell’apocalisse mafiosa

Il primo editoriale della rivista “I Siciliani” pubblicato nel gennaio 1983.


 5 gennaio 1984 ore 22, Giuseppe Fava ha appena lasciato la redazione de "I Siciliani", viene freddato davanti al teatro Stabile, in via dello stadio a Catania, dai sicari del boss Nitto Santapaola.
 Accadde qualche giorno dopo la sua ultima intervista rilasciata ad Enzo Biagi, il 28 dicembre 1983 .
Mi rendo conto che c'è un'enorme confusione sul problema della mafia. [...]
I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione. 
Se non si chiarisce questo equivoco di fondo...
Non si può definire mafioso il piccolo delinquente che arriva e ti impone la taglia sulla tua piccola attività commerciale, questa è roba da piccola criminalità, che credo abiti in tutte le città italiane, in tutte le città europee.
Il fenomeno della mafia è molto più tragico ed importante.
È un problema di vertici e di gestione della nazione, è un problema che rischia di portare alla rovina e al decadimento culturale definitivo l'Italia.
(dall'ultima intervista di Giuseppe Fava, a Film Dossier di Enzo Biagi del 28 dicembre 1983)

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