Un Master sui beni confiscati intitolato a Pio La
Torre
Per formare dei giovani
professionisti in grado di gestire i beni e le aziende confiscate alla mafia
In Italia esiste un
patrimonio che rischia l’abbandono: ville, aziende, case e terreni edificabili.
Sono quei beni confiscati alle mafie e condannati al degrado dalla burocrazia.
Bologna, profondo sud, dove
fino a pochi anni fa la mafia “non esisteva”: è proprio qui che si è dato vita
al primo Master Universitario annuale in gestione e riutilizzo di beni e
aziende confiscati alle mafie, intitolato a Pio La Torre.
S’inserisce in quel percorso
portato avanti in questi anni dalla Prof.ssa Stefania Pellegrini, docente di
Mafie e Antimafia e direttrice del Master, e dalla sua cattedra. Negli ultimi
due anni ha dato vita ad un laboratorio di giornalismo, coordinato da Gaetano
Alessi (Premio Fava 2011) che insieme ad alcuni studenti hanno realizzato due
dossier sulle mafie in Emilia-Romagna. (scaricali qui)
Oggi in Emilia Romagna dei
110 beni confiscati negli ultimi sedici anni, solo 55 sono stati destinati e
assegnati.
Si tratta di un tesoro
confiscato alle mafie che non viene riutilizzato per problemi burocratici o per
mancanza di risorse e di competenze adeguate.
Il Master in oggetto si
propone di formare professionalità in grado di gestire un bene o un’azienda dal
momento della custodia a quello della confisca, per poi divenire oggetto di una
richiesta di assegnazione a fini sociali e ritornare a produrre una ricchezza
“sana”, diversamente da come accadeva quando era di proprietà delle mafie.
Al Deputato siciliano, Pio La
Torre, si deve la proposta di una legge che ha introdotto il reato di
associazione a delinquere di tipo mafioso all’interno del nostro codice penale
ed ha indicato la confisca dei beni ai mafiosi come uno tra gli strumenti più
efficaci di contrasto alla criminalità organizzata.
Il 30 aprile 1982, Pio La
Torre viene ucciso da Cosa Nostra, ma per l’emanazione della legge n. 646/1982,
cosiddetta “Rognoni-La Torre”, si dovranno attendere ancora quattro mesi ed
un’altra morte, quella di Carlo Alberto dalla Chiesa, Prefetto di Palermo. A
completare il percorso ci penseranno la legge n. 109/96 sul riutilizzo sociale
dei beni confiscati, il 7 marzo 1996, voluta fortemente dall’associazione
Libera e l’istituzione dell’Agenzia nazionale (istituita con d.l. 4/2010), che
si occupa dell’amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati
alle mafie.
Il Master è rivolto
soprattutto a professionisti che vogliano rivestire il ruolo di amministratori
giudiziari di beni e/o aziende confiscati alla criminalità organizzata,
funzionari e/o dipendenti di Enti Locali.
Il Master, che si concluderà
a luglio, è iniziato lo scorso 23 novembre ed ha visto salire in cattedra, alla
prima lezione, oltre che la Prof.ssa Stefania Pellegrini, anche il Procuratore
aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri ed il Dott. Antonio Nicaso. Come si
dice, chi ben comincia è a metà dell’opera.
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