"La Costituzione deve essere considerata, non come una legge morta, deve essere considerata, ed è, come un programma politico.
La Costituzione contiene in sé un programma politico concordato, diventato legge, che è obbligo realizzare".
Piero Calamandrei

mercoledì 2 gennaio 2013

Ri-costruire l'anti-mafia: cinque punti per la dignità



Il primo post su questo blog non può che essere un augurio.
L'augurio di iniziare questo nuovo anno nel migliore dei modi e con una speranza.
La speranza di vedere realizzati i cinque punti per Ri-costruire l'Antimafia degli amici del Gruppo Antimafia Pio La Torre
1) Riforma dell’articolo 416ter per punire il reato e la pratica dello scambio del voto, non solo quando si riscontra una dazione di denaro in cambio del voto, bensì anche quando lo scambio avviene attraverso qualsiasi altro mezzo (materiale o immateriale, una semplice promessa)

2) Così come richiesto da Libera, chiediamo la posta in essere effettiva delle Convenzioni Internazionali in materia di lotta alla corruzione, se non approvate durante questa legislatura, ma soprattutto la confisca dei beni ai Corrotti, cos’ come disposto dalla Finanziaria 2007. Non c’è bisogno di aggiungere altro: lo scandaloso esempio di questi tempi da solo dimostra l’urgenza di una convergenza di tutte le forze politiche che abbiano a cuore la nobiltà della politica stessa.

3) Miglioramenti effettivi nell’iter di confisca e riassegnazione dei beni confiscati alla Mafia, in modo da non dover attendere decine di anni prima di far ripartire un’impresa confiscata, facendo perdere il lavoro a persone oneste, rendendo improduttivi terreni e piantagioni oppure lasciando deperire macchinari ed impianti fino a raggiungere l’obsolescenza. Gli esempi possono essere Commissari Straordinari con competenze nel settore della gestione dell’azienda confiscata responsabili non di dismettere l’azienda stessa, quanto piuttosto di farla rimanere sul mercato per poter competere durante il - lungo - periodo del sequestro. In questo modo verrebbero fatti salvi anche i diritti del titolare dell'azienda che, anche una volta provata la sua estraneità alle accuse, non dovrà ripartire da zero ma potrà proseguire da dove aveva interrotto il suo cammino imprenditoriale.

4) Un’anagrafe dei beni confiscati che non si limiti a segnalare l’assegnazione dei beni o lo stato di questi, ma che dia conto del lavoro di chi ha in gestione questi beni pubblici. Anche l’antimafia deve avere un rigore morale e formale, che conformi l’attività svolta nei beni confiscati alle mafie secondo le best practices dei vari settori, dal sociale all’imprenditoriale.

5) Sgravi fiscali per gli esercenti del settore della ristorazione che si impegnano a tenere una percentuale minima di prodotti (accuratamente certificati) provenienti dai terreni confiscati alle Mafie; con l’impegno di estendere i suddetti sgravi in futuro a tutti gli altri settori che si potranno avvalere, per lo svolgimento della propria attività economica, dei prodotti provenienti dai terreni e dalle imprese confiscate. Non si tratta di aiuti di Stato alle imprese, si badi bene. È un aiuto dello Stato a sé stesso, per sconfiggere anche economicamente la criminalità organizzata e responsabilizzare, attraverso una logica di mercato – cosa che si confà certamente all’impostazione dell’Unione Europea – gli imprenditori del settore ad una più ricercata selezione dei prodotti. Sono misure concrete, che potrebbero dare il segno che c’è una politica migliore oltre il marcio che l’ha ricoperta in questi anni. Piccoli passi per riprendersi uno spazio di pubblica discussione ormai lasciato a qualche talk-show e all’infotaimentRitornare a discutere di Politica, a fare Politica è ancora possibile. Partire da una base comune crediamo possa essere un buon inizio.


Associazioni e singoli possono aderire all appello inviando una mail all'indirizzo cinquepuntiantimafia@gmail.com
Twitter hashtag: #CPD (cinque punti per la dignità)

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