Dal mensile di novembre de I Siciliani giovani, p. 69
Un ragazzo come tanti, un giovane informatico che lavorava alla OSCORP, una società di San Marino coinvolta nell’operazione Premium, condotta dalla Procura di Firenze.
“Suicidato”, a pochi giorni dall’arresto per frode informatica.
Di più non si riesce a sapere, una storia dimenticata da tutti, su cui regna il silenzio.
Una storia con poche e tristi certezze, la morte del giovane ed i familiari che aspettano giustizia dal 24 giugno 2008. Dal giorno in cui, Niki Aprile Gatti fu ritrovato impiccato nel bagno della sua cella: “Secondo il Magistrato che ha archiviato tutto, non ci sono dubbi: con il suo peso di più di 90 kg (era anche alto), avrebbe utilizzato un solo laccio delle scarpe per impiccarsi1”.
I familiari hanno denunciato le diverse contraddizioni di questa triste storia, come le testimonianza discordante dei due compagni di cella. Inutile aver denunciato il furto, avvenuto a pochi giorni dall'arresto, sui cui non è stata fatta ancora chiarezza, nell'appartamento di Niki. E c'è da chiedersi come mai il materiale informatico (rubato) non sia stato perquisito e sequestrato dagli inquirenti.
“L’Incarcerato” che da anni si occupa di questa triste vicenda, a cinque anni da quel 24 giugno 2008, ha lanciato un appello dal suo blog per istituire una commissione parlamentare d’inchiesta: “a Grillo visto che a suo tempo ospitò nel suo blog Ornella Gemini, la madre di Niki. Un appello al quale non può fare orecchie da mercante: potrà fare qualcosa di concreto avendo i numeri necessari in parlamento2”
Niki è stato ucciso, forse, perchè, da innocente, poteva rivelare alcune cose che potevano recare fastidio. E’ stato l’unico tra i diciotto arrestati a non avvalersi della facoltà di non rispondere e a differenza degli altri diciassette, cui verranno concessi gli arresti domiciliari, sarà trasferito, stranamente, nel carcere di Sollicciano, a Firenze, e non in quello di Rimini.
Questa non è la storia di Stefano Cucchi o Giuseppe Uva massacrati dalle guardie carcerarie, è la storia di Niki Aprile Gatti, un informatico suicidato per strangolamento forse perché aveva deciso di far luce su una vicenda che ancora oggi è improntata sul massimo riserbo.
“L'Inchiesta Premium si andava ad intrecciare ad altre indagini che approdano ad un'altra inchiesta, a Perugia: gente mafiosa, broker che viaggiavano tra Londra e l'Italia, business di compagnie telefoniche, odor di riciclaggio di denaro sporco tramite società finanziarie, omicidi, conoscenze importanti come un esponente importante della Guardia di Finanza.
Ornella Gemini, madre di Niki, ha costituito un comitato che si adopera per far emergere la verità sul figlio. E ha aperto un blog per informare degli eventi: nikiaprilegatti.blogspot.com
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