All’Italia non sono mai
bastate le sue mafie, quelle “autoctone”. Quelle straniere e la loro presenza
sul nostro territorio è pian piano aumentata. In Emilia-Romagna, le
organizzazioni criminali straniere presenti sono almeno 7 (come risulta dal dossier che abbiamo redatto lo scorso anno con l'Università di Bologna e che trovate qui ) e certamente le aree del nord si prestano di più ad accogliere mafie estere,
mentre al meridione, queste, spesso operano come braccio delle mafie
tradizionali.
Al di là dei dati e dei numeri è certamente preoccupante il
fatto che organizzazioni criminali straniere siano in costante aumento sul
nostro territorio e non mi riferisco alle assodate mafie cinesi, albanesi o
nigeriane. Sto parlando della mafia georgiana, una “nuova” mafia che nel giro
di poco tempo ha iniziato a far sentire il suo operato, sopratutto nel nord
Italia, lì dove la mafia, per alcuni, ancora non esiste.
La mafia georgiana è un fenomeno criminale in prepotente
ascesa ed ha una struttura internazionale che ricalca quella dell’ex Unione
Sovietica ma non è da confondere con la mafia “russa”, differenti sono le
origini dei due gruppi criminali e differenti gli sviluppi.
A riportare l’attenzione delle cronache sul fenomeno
criminale è stato, l’omicidio di Revaz Tchuradze, il 6 gennaio 2011. L’assassinio
sarebbe legato ad “una faida tra i due
principali clan georgiani: Kutaiskaya, che raggruppa i georgiani originari
della città di Kutaisi e Rustavski-Tibiliskaya, che raggruppa i soggetti
originari di Rustavi e Tiblisi”.
Uno scontro che perdura da mesi in Georgia e che rischia di
riprodursi in Italia come ci ha fatto notare Diana De Martino, Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale
Antimafia, che durante la sua relazione sulle organizzazioni criminali
straniere al corso di “Mafie e Antimafia”
dell’Università di Bologna si è soffermata anche sulla mafia georgiana,
sottolineandone la “novità”.
La popolazione georgiana sul territorio italiano,
nell'ultimo anno, è passata da circa 2.500 a 6.500 (almeno quelli regolari e
di cui si hanno tracce), e 2000 di questi sono localizzati a Bari, loro
capoluogo in Italia.
Certo, non bisogna generalizzare, ma i numeri non sono
confortanti.
La criminalità georgiana è sbarcata a Bari senza che i clan
locali abbiano potuto porre resistenza e sta conquistando il territorio. Lavorano
in gruppo e si tratta di formazioni quasi paramilitari, specialisti in furti in
appartamento, estorsioni, ricettazione, riciclaggio e favoreggiamento
dell’immigrazione clandestina: attività in cui il predominio georgiano si sta
estendendo.
Negli ultimi mesi sono state condotte operazioni di polizia
con diversi arresti a Milano, Roma, Udine, Reggio Calabria e finanche Bologna.
L’evoluzione della criminalità georgiana in Italia sta
assumendo caratteri preoccupanti ed i vari gruppi stanno tentando di dividersi
il territorio nel silenzio generale.
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