E forse di cose da raccontare ne avrei tante per quest'anno che se ne va. Molte più rispetto agli altri anni trascorsi: La mia laurea (e la bellezza) su tutto, l'arriverderci a Bologna, Menfi e la Sicilia e poi "L'eucaristia mafiosa - La voce dei preti", che significa tanto.
Per questo, caro 2014, ti lascio con un pizzico di amarezza (io, non l'Italia). Ma si sa, l'augurio è che il nuovo anno sia migliore di quello che sta passando. Un po' di retorica, è vero. Come è vero che forse non è mai esistito un anno così ben riuscito da pretendere, o meglio chiedere, il bis.
Almeno per me.